È considerato il mare tropicale d'Italia. Un'acqua limpida e trasparente tanto che i raggi del sole possono raggiungere profondità anche oltre i 40 metri. Acqua da favola. Il mare della Sardegna è uno dei più belli al mondo. Eppure non sempre noi sardi realizziamo quanto quel cobalto fluido che ci isola dal resto del mondo, sia qualcosa di unico che gli altri ci invidiano. Basta pochissimo per entrare nel paradiso blu: una maschera, un boccaglio, un paio di pinne e un mutino per i freddolosi. Naturalmente sempre boa segna sub al seguito. Vivere il mare significa anche guardarlo dall'interno. In apnea, facendo snorkeling o immergendosi con l'autorespiratore.

Erogatore e bombole: tra relitti - Da qualunque quadrante la si voglia esplorare, l'Isola regala colori, vita e forme di una bellezza unica. Da Tavolara a Villasimius, da Carloforte a Bosa, Alghero, Asinara e Parco della Maddalena, un itinerario di meraviglie. Per iniziare con qualcosa di facile si può partire dalla marina di Arborea. A circa 7 metri di profondità si trova il relitto di un antico bipala costruito dalla North American per l'U.S. Air Force (usato durante la Seconda Guerra mondiale): il Texan At-6a, giace a due miglia dalla spiaggia della 24 ad Arborea. Nella cabina del pilota è stata ritrovata una placca in metallo dove si intravede la scritta Us Air Corp. Dopo un'opera di pulizia la targhetta rivela il suo contenuto: l'aereo è un At-6a. Sotto la scritta "serial no", numero di serie, solo poche cifre (165...3), il resto è corroso. Si è salvata la data di consegna: 10 febbraio 42.

Il 10 giugno del 1943 fu invece la data storica di un disastro navale al largo della costa di Orosei. Intorno alle 12, il cargo armato "KT 12", costruito nelle officine "Oto" di Livorno su commissione della Marina da guerra tedesca, venne colpito e affondato dal sommergibile inglese Safari. Tre siluri di cui solo uno colpì la prua della nave. Il Kt12, varato quello stesso anno il 19 maggio e diretto verso il Nord Africa per rifornire di carburante le forze dell'Asse, non riuscì a portare a termine la sua missione. E ancora oggi lo si può visitare in un fondale di oltre 30 metri, con il suo caratteristico cannone antiaereo a poppa, poggiato sul fondo in assetto di navigazione. Un mese prima della missione davanti alla spiaggia di Osalla, il Safari attaccò un convoglio davanti alla costa di Torre delle Stelle. È il 10 aprile 1943, la motonave Loredan, la nave cisterna Isonzo e il piroscafo Entella, subiscono un violento attacco dal sommergibile inglese. Le tre navi vennero affondate. L'Entella oggi si trova a una profondità di circa 15-18 metri e può essere facilmente visitato. Tra gli assi d'acciaio della nave vivono murene, polpi e un un'infinità di microorganismi ideale per gli appassionati di foto sub. L'immersione sull'Isonzo è di ben altro impegno. Il relitto è adagiato di fianco su un fondale di circa 58-60 metri. Ma l'immersione si può fare nella parte più alta a circa 40 metri. Per visitare bene la nave non basta un'immersione. A poppa è possibile incontrare crostacei e numerosi gronghi oltre a grosse cernie. Più proibitiva l'immersione sul Loredan, poggiato a circa 60 metri dove. Qui troviamo un ampio ventaglio di Falso corallo nero, la Gerardia savaglia.

Un tuffo a Tavolara - I fondali di Tavolara sono davvero una miniera sommersa di emozioni e incontri. Il Papa, con le sue due secche, viene considerato il punto di immersione tra i più belli del Mediterraneo. Il Papa 1 tocca profondità varie tra i 33 e i 45 metri. Ciò che incanta ogni volta che ci si immerge in quelle acque blu cobalto, oltre alla sua ricchezza di forme e colori unica in tutto il Mediterraneo, è la presenza di grandi cernie e gli enormi ventagli di gorgonie, "cespugli" di Parazoanthus (margherite di mare), spugne incrostanti, e tanto pesce pelagico come grandi ricciole, saraghi, dentici. Al sub si richiede una perfetta capacità di controllo dell'assetto, proprio per non compromettere quell'incanto sommerso.

Nella Riviera del corallo - Capo Caccia con la sua possente falesia di calcare precipita sotto la superficie per oltre 30 metri. «In quella parete si intercetta una delle grotte marine più grandi create dai fenomeni carsici», spiega Raimondo Pili, istruttore subacqueo. L'ingresso più fondo si raggiunge a -33 metri, ma il sistema di gallerie permette di visitarla anche a quote più contenute. La sua meraviglia, oltre a quello spettacolare traforo e alla grande Cattedrale di arcate con i tagli di luce nel buio, «è stato ed è il corallo. Quando è stata scoperta era completamente colonizzata».

Maldiventre e Catalano - «Nella costa oristanese, l'Isola di Maldiventre e lo scoglio del Catalano sono sicuramente i due siti di maggiore interesse per quanto riguarda le escursioni sub», riprende Pili. «Fondali con caratteristiche completamente diverse tra loro. Maldiventre con la presenza dei graniti chiari ha una geomorfologia particolare. Il Catalano, area interdetta nel raggio di un chilometro dallo scoglio, ha una origine lavica, i fondali sono caratterizzati da effusioni di basalto colonnare che formano degli scenari molto spettacolari».

Ai Cavoli - E ancora granito, dalle enormi franate, troviamo ai Cavoli a Villasimius, allargandosi verso il mare aperto a est. Si può raggiungere una profondità di circa 40 metri ma già a quote inferiori è possibile ammirare ampi ventagli di Paramuricea chamaeleon, fauna e flora del coralligeno e spesso aragoste e astici. Oltre alle fotogeniche gorgonie rosse e gialle, tra i vari canyon grosse cernie e cerniotti sono di casa.

Guardarlo dalla superficie Tornare alle origini, all'acqua, è un richiamo misterioso. Basta saperlo assecondare. È la prima regola per chi si tuffa nel fresco blu con la voglia di fare seawatching, ovvero guardare il mare, i fondali, la flora e la fauna, o semplicemente gli scogli e i riflessi incantevoli. Assecondare l'acqua significa non fare movimenti bruschi, essere sempre armonici e idrodinamici. A questo punto abbassare gli occhi appena sotto quel diaframma che divide i due mondi diventa un gioco meraviglioso. Lo snorkeling va fatto in genere sotto costa e su bassi fondali. Che siano distese di sabbia o paesaggi rocciosi, non c'è differenza, i padroni di casa (animali o vegetali, qui tutto ha un'anima) trovano sempre il modo per stupirci.

Occhi nel blu - Sotto costa la prima cosa che fa spettacolo sono i riflessi della luce in un'acqua limpida e brillante. Le spugne incrostanti, rosse e gialle, sono una tappezzeria spettacolare. Nel granito chiaro, come nell'arenaria o nella pietra lavica scura, è un rincorrersi di cromatismi saturi. La fauna, ancora di più quando sparisce il caos estivo, si riprende i propri spazi, dati in comodato d'uso ai vacanzieri. Molluschi, soprattutto polpi, piccoli invertebrati e colorati gamberetti o crostacei non disdegnano gli incontri ravvicinati con l'uomo. Se non altro per capire se è quell'essere goffo e abbondante, è qualcosa di commestibile o da cui difendersi: istinto essenziale del mondo animale. Guardare tra anfratti e insenature significa, anche, osservare la curiosità di una murena. Un animale saggio e straordinario. O sentirsi disarmati davanti alla timidezza di un cerniotto.

Le distese sabbiose Anche una semplice distesa di sabbia diventa un luogo di meraviglie. Sono ancora i giochi di luce la prima attrazione, ma anche il luccichio improvviso di un passaggio di mugginetti o una nuvola di latterini. Incanta la danza orientale delle meduse: il Polmone di mare (Rhizostoma pulmo), la Cassiopea mediterranea (Cotylorhiza tuberculata), conoscerle significa amarle. Infine c'è lei la Posidonia: benvenuti nel polmone verde ma soprattutto nella vera scuola dell'infanzia del meraviglioso Pianeta acqua.
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