Doveva chiamarsi Tex Killer e vivere brevemente, 3 o al massimo 5 anni. Ne ha compiuto 75 alcuni giorni fa ed è passato alla storia come Tex Willer, eroe tra i più longevi tra quelli di carta italiani. Sinonimo di giustizia, infallibilità, correttezza morale, è divenuto nel tempo il “ranger” per antonomasia. Il correttore di torti, il bianco che sta dalla parte degli indiani d’America e che ha sposato una di loro, Lilyth, figlia di un capo Navajos, negli anni in cui i film western presentavano i pellerossa quali barbari minacciosi e violenti; è l’immortale protagonista di storie avventurose create da una coppia di geni - Gian Luigi Bonelli e la moglie Tea - e messe nero su bianco da un fuoriclasse del disegno, l’eterno Aurelio Galleppini (scomparso nel 1994), su tavole di fumetti che tanto devono alla Sardegna.

Il Tex di Aurelio Galleppini (archivio)
Il Tex di Aurelio Galleppini (archivio)
Il Tex di Aurelio Galleppini (archivio)

I paesaggi sulcitani

I primi sfondi non ritraevano le immense distese desertiche del Texas o il Grand Canyon dell’Arizona ma i paesaggi rocciosi dell’Isola (quelli sulcitani, e la rocca di Domusnovas “Su casteddu de perd’e cerbu”) dove a otto anni Galep si era trasferito con la famiglia da Casal di Pari, la cittadina vicino a Grosseto dove era nato nel 1917. Trascorse infanzia e giovinezza tra Iglesias e Cagliari (il padre Tommaso era della cittadina sulcitana, la madre Fanny di Portoscuso), dove lasciò anche opere semisconosciute nella cappella dell’istituto delle Vincenziane in viale San Vincenzo e nella chiesa di Santa Lucia in via Martini. A Iglesias frequentò le scuole di via Roma e anche le Superiori, abbandonate al secondo anno per seguire la passione del disegno.

Gian Luigi Bonelli, "papà" di Tex (archivio)
Gian Luigi Bonelli, "papà" di Tex (archivio)
Gian Luigi Bonelli, "papà" di Tex (archivio)

L’epopea di Tex nacque nel 1948 grazie a una donna: Tea Bonelli, moglie ed editrice di Gian Luigi, che sottopose a Galleppini la sceneggiatura del nuovo fumetto. Il primo albo uscì il 30 settembre di quell’anno. Si chiamava “Il totem misterioso”, aveva 36 pagine ed era nel formato a strisce. Solo molto tempo dopo avrebbe cambiato impaginazione, assumendo quella che oggi tutti conoscono come “formato Bonelli”.

Occhio Cupo

Non fu un successo immediato. «Mio padre e Galep lavoravano su Occhio Cupo, un albo destinato a una élite che capisse un disegno raffinato», ricordava Sergio Bonelli, figlio di Gian Luigi, «alla sera, a tempo perso, faceva queste striscette su un cowboy destinato a diventare uno dei tanti. Occhio Cupo non ha avuto successo, mentre questa strisciolina, disegnata in gran fretta e che mio padre scriveva molto velocemente, via via ha riscosso i consensi dei lettori».

Un auto ritratto di Aurelio Galleppini (archivio)
Un auto ritratto di Aurelio Galleppini (archivio)
Un auto ritratto di Aurelio Galleppini (archivio)

Tex Killer

Il nome Tex Killer fu modificato poco prima di andare in stampa e con l’andare degli anni il ranger che col nome indiano di Aquila della notte guidava una tribù Navajos conquistò tutti, anche i meno giovani. Tex si presentava come un fuorilegge in fuga, e lo stile narrativo era una assoluta novità per un’epoca poco avvezza a quel tipo di storie: all’epoca gli indiani erano sempre i cattivi e i bianchi le loro vittime. Le vicende di un uomo che prendeva spesso le parti degli indigeni segnava una rottura, e fu fondamentale nella sua immediata evoluzione la decisione di Tea Bonelli di trasformare il mezzo bandito delle prime storie in un paladino della giustizia facendolo arruolare nel corpo dei rangers.

Un Tex dal profilo più moderno (archivio)
Un Tex dal profilo più moderno (archivio)
Un Tex dal profilo più moderno (archivio)

Un uomo tutto d’un pezzo, leale con gli amici (assieme ai suoi pards: Kit Carson e il pellerossa Tiger Jack), infallibile nella mira e invincibile in una sfida a pistolettate, sempre dalla parte degli oppressi, dalla mano pesante quando serve (spesso), non di rado bastian contrario e allergico alle regole dello Stato, ancor meno dell’Esercito al quale tuttavia toglie spesso le castagne dal fuoco negli scontri con gli indiani, i quali lo conoscono e rispettano come capo tribù autorevole e giusto. Ingredienti che probabilmente sono alla base di un successo pluridecennale, che abbraccia più generazioni ed è trasversale.

Un murale per Tex a Fluminimaggiore nel 2002 (archivio)
Un murale per Tex a Fluminimaggiore nel 2002 (archivio)
Un murale per Tex a Fluminimaggiore nel 2002 (archivio)

L’Isola nelle storie Bonelli

C’è tanto di sardo in Tex e nei fumetti Bonelli in generale. Alle storie del ranger lavora ancora oggi lo sceneggiatore Pasquale Ruju, che già aveva messo mano agli albi di Dylan Dog (forse il personaggio oggi più conosciuto della casa editrice) come del resto il cagliaritano Guido Masala, classe 1973, nella storia “La terribile Banda”. Masala fa parte anche dello staff di Nathan Never, l’Agente Alfa della Bonelli creato dai sardi Michele Medda, Antonio Serra, Bepi Vigna. Ma la Sardegna ha avuto un ruolo anche in altri eroi dei fumetti Bonelli quali, tra gli altri, Martin Mystere (ugualmente ideato da Vigna) e Dampyr. E il precursore fu proprio Galleppini col suo Tex.

Nathan Never con Antonio Serra (seduto) e Sergio Bonelli (archivio)
Nathan Never con Antonio Serra (seduto) e Sergio Bonelli (archivio)
Nathan Never con Antonio Serra (seduto) e Sergio Bonelli (archivio)

A Cagliari

Negli anni cagliaritani Galep faceva vari lavori: «Insegnava disegno, creava souvenir e cartoline, affrescò la cappella delle suore di San Vincenzo», ricordò lo stesso Vigna nel settembre 2011 quando morì Sergio Bonelli, figlio di Gian Luigi. Ma che le opere fossero di quello straordinario artista di origini sarde sino al 1984 lo seppero pochi intimi: i familiari e gli amici più stretti. Poi quell’anno decise di uscire allo scoperto proprio a Cagliari in occasione di una mostra allestita alla Cittadella dei Musei. Disegnò Tex ininterrottamente per oltre 40 anni e le copertine sino alla fine. Sino al 1994. Quando la Sardegna perse un suo figlio.

Una dedica di Galleppini all'Unione Sarda (archivio)
Una dedica di Galleppini all'Unione Sarda (archivio)
Una dedica di Galleppini all'Unione Sarda (archivio)
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