L’eleganza della Palazzina di caccia dei Savoia
A Stupinigi, nell’hinterland torinese, lo sfarzo regale sembra aver fermato il tempo. E c’è pure la carrozza che Napoleone cedette a Maria Luigia. Di richiamo la riproduzione dell’elefante FritzPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un gioiello storico e architettonico apre le sue porte a pochi chilometri da Torino: è la palazzina di caccia di Stupinigi, una delle tante residenze dei Savoia, che impreziosiscono il territorio con fascino ed eleganza. La bellezza della struttura si impone ai visitatori già all’arrivo, perché domina un ampio appezzamento di terreno, di circa 150 mila metri quadrati, che la lascia libera da tutti i lati, evidenziandone l’estensione e l’imponenza. La residenza di caccia, adibita anche alle feste, fu costruita a partire dal 1729 su progetto di Filippo Juvarra; inizialmente prevedeva un corpo centrale unito da portici alle scuderie. Era incluso nel progetto anche il maestoso salone centrale, protagonista indiscusso del tour, con i suoi affreschi e il lampadario preziosissimo, da cui partono gli appartamenti del re e della regina e, verso il parco, quelli per i figli del re, duchi di Chiabese e di Savoia. Nel 1790 l’edificio fu ampliato dall’architetto Ludovico Bo con le scuderie. L’interno è un capolavoro di cura e dettagli preziosi: dagli appartamenti reali, con arredi originali del XVIII secolo, alle sale dei trofei di caccia, che raccontano la tradizione venatoria della famiglia reale. Ancora gli affreschi e i complementi d’arredo, che sono dei veri capolavori di artisti piemontesi del tempo. Il percorso inizia con la settecentesca Scuderia juvarriana, trasformata prima in sala di intrattenimento e, nel ‘900, in galleria dei ritratti; presenta oggi alle pareti dodici medaglioni ovali tardosettecenteschi, scolpiti in legno, che riportano la genealogia degli antichi conti sabaudi: da Beroldo a Pietro, ritrovati nei sotterranei della palazzina e riconosciuti come elementi scenografici per i ricevimenti di corte. Grande rilevanza ha anche la sala da gioco, con la sua ampia volta decorata nel 1765 da Giovanni Pietro Pozzo, che fa da sfondo ai dipinti delle pareti con cineserie di alberi popolati da uccelli e animali favolosi. In mezzo alla sala, un camino in marmo, impreziosito dalla presenza del paravento in stoffa dipinta di atelier Bonzanigo e dei due tavoli piemontesi. Lo stile neoclassico della sala da pranzo si alterna con lo stile rococò, dominante in tutta la struttura e presente anche nella sala esagonale, un delizioso ambiente di passaggio e per questo libero da arredi. Tra porte affrescate con colori delicati, orologi di dimensioni varie e appliques metalliche fiorite, che esaltano le decorazioni delle pareti, si respira la vita del tempo tra momenti istituzionali e interessi individuali. Uno dei pezzi più particolari è l’ascensore costruito dalle Officine meccaniche Stigler di Torino all’inizio del XX secolo per la regina Margherita, che scelse questa come residenza prevalente nel momento in cui restò vedova. La cabina lignea ha una porta scorrevole, vetri smerigliati nelle otto finestre, tracce della pulsantiera in bachelite e coronamento con motivo a balaustrini torniti. Nei giardini si trovano inoltre due elementi di grande rilievo, seppur molto diversi tra loro: il primo è la carrozza di gala di Napoleone, portata da Parigi in Italia, probabilmente per rievocare la battaglia di Marengo e per il corteo d’incoronazione a Milano come re d’Italia; l’altro è una riproduzione di Fritz, l’elefante che nel 1827 arrivò accompagnato da due guardie, come regalo da parte del viceré d’Egitto. Per lui, che divenne una delle attrazioni della palazzina, fu realizzata nel cortile una vasca circolare, con scivolo d’accesso, per le sue cure quotidiane.
Negli anni la struttura ha visto alternarsi vari proprietari: nel 1919 Stupinigi, residenza reale fino alla regina Margherita di Savoia, è passata allo Stato, per ritornare, nel 1925, alla proprietà dell’Ordine Mauriziano, che tuttora gestisce il museo. Si può visitare dal martedì al venerdì dalle 10 alle 17.30; il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 18.30.