La Statale 554, strada che circumnaviga Cagliari e i principali centri abitati dell’hinterland confinanti col capoluogo, ha «grandissimi problemi», sottolinea Tomaso Locci, sindaco di Monserrato. Due su tutti: la difficoltà nell’attraversarla, tra auto che sfrecciano e l’assenza di adeguati sovra passaggi, e l’alto numero di incidenti (alcuni gravi) che bloccano la circolazione e rendono difficile, se non «impossibile», il transito «dei mezzi di soccorso». Il progetto di rinnovo, con l’eliminazione dei semafori e la realizzazione di rotatorie, «è fermo: aspettiamo da 20 anni». Allora tanto vale strappare i piani di intervento e farne di nuovi, prevedendo magari costruendo «un’altra strada» che svolga la stessa funzione ma con meno problemi. Dove? «Più all’esterno».

Il primo cittadino di una delle città che più soffrono le carenze di una quattro corsie ormai non più adeguata al traffico odierno ha le idee chiare sulle responsabilità di un immobilismo troppo lungo e su cosa si potrebbe fare per cambiare le cose. Come dare una svolta, e con quali fondi, è un’altra faccenda, anche se Locci sembra più che ottimista sulle possibilità di trovare una soluzione. Del resto l’attuale Statale soffre del «cronico congestionamento del traffico e dell’alto numero di incidenti, anche mortali, sui quali incide l’idea di renderla a scorrimento veloce. Ma nei primi progetti non era così, infatti Quartu l’ha declassata in strada urbana. Come in realtà si era pensato di fare da tempo».

Tomaso Locci, sindaco di Monserrato (archivio)
Tomaso Locci, sindaco di Monserrato (archivio)
Tomaso Locci, sindaco di Monserrato (archivio)

Chi lo aveva pensato, sindaco?

«Tutti i Comuni interessati circa dieci anni fa, perché il quel modo sarebbe stato possibile attraversarla in sicurezza. Invece oggi siamo al punto che ogni amministrazione cittadina è contraria alla progettazione attuale dell’Anas, che vorrebbe la 554 strada a scorrimento veloce: sarebbe un danno per il territorio. Noi in particolare abbiamo anche zone limitrofe al Policlinico universitario e altre che questa Statale isola totalmente dal nucleo urbano. Si stanno creando di fatto una Monserrato 1 e una Monserrato 2».

La soluzione dal suo punto di vista quale sarebbe?

«Fare una nuova progettazione. Dal 2016 siamo in disaccordo con l’idea attuale. Altri in precedenza l’hanno accettata supinamente, noi oggi ora la stiamo contestando. Il tratto che corre sui terreni nostri e di Selargius deve diventare urbano, con attraversamenti adeguati che uniscano il centro abitato alle aree periferiche».

Come intendereste intervenire?

«Proponiamo di andare incontro alle esigenze della città. Se la Statale fosse a scorrimento veloce diventerebbe una vera barriera con le parti esterne. Tra la zona di Su Tremini e il Policlinico vivono circa 450 persone: una piccola cittadina, un’area soggetta a piani di espansione. Si rischia di creare un agglomerato urbano del tutto isolato rispetto alla Monserrato già edificata e pianificata, perché per sua natura la strada impedirebbe la realizzazione di un semplice attraversamento ciclabile o pedonale, e poi il guard rail centrale e i limiti di velocità sino a 110 chilometri orari farebbero il resto».

Circolazione bloccata sulla Statale 554 (archivio)
Circolazione bloccata sulla Statale 554 (archivio)
Circolazione bloccata sulla Statale 554 (archivio)

E quindi?

«E quindi se l’idea non è commisurata alle esigenze dei territori meglio cambiarla. Rifinanziando solo la progettazione: i soldi disponibili per i lavori previsti si salverebbero. Avevamo un attraversamento pedonale rialzato oggi considerato non agibile: come potrebbero gli abitanti di Su Tremini attraversare a piedi o in bici per arrivare al centro di Monserrato? Ovvio che non si è pensato a queste difficoltà. La scelta di Quartu è giusta, vorremmo farla anche noi».

Ma la 554 serve proprio a scavalcare i centri abitati e raggiungere velocemente le varie città dell’area metropolitana.

«La strada a scorrimento veloce nel tratto di nostra competenza con il limite elevato a 110 chilometri orari farebbe guadagnare solo un minuto di tempo. Impensabile. Vuol dire che non funziona. Il problema si crea soprattutto nella biforcazione che da un lato conduce all’incrocio del Quadrifoglio e dall’altro alla ex 131. Molte macchine non riescono a mettersi per tempo e in sicurezza sulla corsia di sinistra, manovra oggi necessaria per dirigersi verso il mega svincolo a causa della segnaletica a terra tracciata da qualche tempo dall’Anas, perché diverse altre auto sono già incolonnate sin dal ponte Loi. E lo stesso problema esiste dall’altra parte per chi deve andare verso l’ospedale: molti frenano per immettersi nella corsia e rischiano di essere tamponato. Si creano file e forti pericoli».

Un recente incidente avvenuto sulla Statale 554 (archivio)
Un recente incidente avvenuto sulla Statale 554 (archivio)
Un recente incidente avvenuto sulla Statale 554 (archivio)

Crede davvero che se diventasse una strada urbana le cose cambierebbero?

«In questa strada si verifica quasi un incidente al giorno, non casualmente. Eppure non c’è un’area di emergenza e di sosta e, se serve, i mezzi di soccorso non riescono a passare se non facendo miracoli perché il traffico si blocca, si creano file chilometriche e non esistono vie di fuga. Con tutti gli svincoli chiusi l’ambulanza non può più entrare. Se fosse ancora aperto il passaggio un tempo esistente a poche centinaia di metri dal semaforo all’incrocio con via Giulio Cesare, andando verso Selargius, in occasione dell’ultimo incidente mortale l’ambulanza sarebbe arrivata subito».

E quindi la soluzione quale sarebbe?

«Il problema si crea nella zona di Quartucciu, Monserrato e Selargius. Va realizzata un’altra strada a scorrimento veloce».

Dove?

«Una proposta, che potrebbe sembrare assurda ma non lo è, sarebbe farla passare dietro Monserrato e Selargius. Un tracciato molto più esterno. Ci sono anche i fondi del Pnrr, si potrebbe fare quel che fu fatto per realizzare la Nuova 125 verso il Sarrabus scavalcando la vecchia Provinciale 17».

Un incidente mortale sulla quattro corsie lo scorso gennaio (archivio)
Un incidente mortale sulla quattro corsie lo scorso gennaio (archivio)
Un incidente mortale sulla quattro corsie lo scorso gennaio (archivio)

C’è già uno studio di fattibilità?

«Non ancora, ma costruirla sarebbe di certo meno difficoltoso rispetto alla Nuova Orientale: non ci sarebbero da sbancare le montagne. Creando una strada da zero, moderna, si realizzerebbero corsie di emergenza, di decelerazione, sicura. Ne abbiamo parlato tra sindaci. Bisognerebbe parlarne con la Regione, l’Anas e il ministero».

Ma così i tempi diventerebbero lunghissimi. Forse neanche i suoi nipoti vedrebbero la nuova strada.

«Ma da vent’anni aspettiamo la modifica dell’attuale 554. Più di così è difficile attendere. Almeno avremmo una strada adeguata alle esigenze. Quella di oggi non può supportare l’alta velocità. A me fu detto che la 554 sul tratto di Monserrato sarebbe diventata come via Stamira, dove però ogni mattina si forma una fila di almeno trenta macchine perché le corsie non sono più due ma una sola. E l’Anas, con l’assessorato regionale, vorrebbe fare altrettanto con la sopraelevata per Monserrato, dove convergono tre differenti flussi di auto. Una follia. Basterebbe una rotonda».

Traffico intenso sulla 554 dopo un incidente lo scorso aprile (archivio)
Traffico intenso sulla 554 dopo un incidente lo scorso aprile (archivio)
Traffico intenso sulla 554 dopo un incidente lo scorso aprile (archivio)

E il progetto originario, quello da decine di milioni di euro per ammodernare la Statale, a che punto è?

«Fermo. Uno stallo assoluto. Non considera i problemi che crea ai territori e infatti noi non siamo d’accordo, come l’associazione dei commercianti di Monserrato e con le attività lungo la 554. Quando ci sono problemi, si faccia un passo indietro. Siamo solo riusciti a spostare le vasche di laminazione anti alluvione, erano state previste tutte nel nostro territorio nonostante la strada sia di interesse metropolitano. Dovevano essere sistemate in centro città per tutelare la Statale: non se ne parla. L’impatto ambientale era importante, non si è andati a verificarlo. Anche quello ha fatto perdere tempo. Da quando sono sindaco purtroppo è ancora tutto fermo, aspettiamo le risorse e le conferenze di servizi. C’è quasi un muro contro muro tra sindaci e Anas. Che sarebbe meglio fosse gestita dalla Sardegna. Serve un’Anas sarda».

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