Peste suina, nella Penisola arriva l’esercito
Le misure adottate dal commissari straordinario Giovanni Filippini per combattere l’avanzata del virusPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il nemico è insidioso, la lotta sarà una guerra. Motivo per cui è chiamato a combatterla l’esercito.
L’annuncio del commissario straordinario Giovanni Filippini offre la reale percezione di quale è la gravita della Psa (peste suina africana) nella penisola. Un coltello piantato nel fianco produttivo di uno dei settori chiave del paese. Le eccellenze, i salumi, il Prosciutto di Parma, il Toscano Dop, le carni. Dice Filippini: “Daremo puntuali indicazioni sui territori dove abbiamo bisogno di sorveglianza e gabbie. Esercito, polizie provinciali e Protezione Civile andranno avanti in maniera coordinata, in modo tale che ognuno sappia dove deve andare e che cosa fare”. Parole che non hanno bisogno di interpretazione. Nella Sardegna appena liberata dalla peste non si è mai arrivati a tanto, anche se il controllo di polizia ha permesso migliaia di abbattimenti. Il prezzo pagato dagli allevatori.
Il commissario ha annunciato l’arrivo dell’esercito martedì nel corso dell’audizione alla Camera: “Le forze armate potranno svolgere la loro azione nella zona di controllo di espansione virale”. Un cordone sanitario, in sintesi, una zona di protezione molto speciale per evitare che la peste lasci il deserto produttivo.
Ma quale tattica vuole usare Filippini per affrontare una lotta impari, con un nemico che si diffonde a grande velocità?
Intanto ha assicurato di avere già pronto un piano di catture e abbattimento dei cinghiali, considerati il principale vettore del virus non esistendo il pascolo brado. Un piano che sarà via via rivisto. “Siamo consapevoli – ha detto – della necessità di riportare in equilibrio i cinghiali e siamo anche consapevoli di doverlo fare con i cacciatori. Farlo con il virus significherebbe perdere la battaglia”. Le risorse ci dovrebbero essere. La struttura commissariale le ha già ottenute sia per il barriere che per incentivare la sorveglianza. “Daremo un premio – annuncia ancora Filippini – a chi trova carcasse. E chi abbatte i cinghiali, se in un territorio di espansione virale”.
Macellai dall’Olanda?
Restano alcuni nodi da sciogliere anche sul fronte della macellazione specializzata, difficile da reperire a livello territoriale. In questo contesto di emergenza per la peste suina africana “nessuno – spiega Filippini – vuole prendere in gestione un mattatoio, poiché gestirlo è veramente molto complicato. A livello nazionale abbiamo una sola ditta che si occupa dell’abbattimento e dello smaltimento degli animali, tanto che abbiamo chiesto anche l’aiuto dei colleghi olandesi. I focolai non possono restare “aperti”: sono bombe biologiche. Tuttavia, è un’attività che, purtroppo, nessuno vuole fare. E questo per noi un grande problema”.
Pochi veterinari
Partendo per il fronte i generali si sono accorti di avere pochi soldati scelti, i veterinari. Infatti il supporto delle forze dell’ordine non può sopperire alla carenza dei professionisti sanitari, sono gli unici a poter svolgere alcune particolari funzioni. Lo ha spiegato il presidente della Federazione nazionale ordini veterinari italiani (Fnovi), Gaetano Penocchio in un’intervista ai quotidiani nazionali: “Nell’affrontare le emergenze come la peste suina Africana, ma anche la Blue tongue o l’influenza aviaria, solo per citarne alcune, la sanità pubblica veterinaria sconta una carenza di personale di oltre il 15 per cento. Chiediamo al ministro Schillaci, che ben conosce la nostra professione ed i valori di salute – e nel caso della Peste suina africana anche economici – di cui siamo portatori, di intervenire affinché si superi questa criticità”. Anche il commissario straordinario alla peste suina africana, nel corso dell’audizione alla Camera, aveva sottolineato la necessità di potenziare l’organico dei veterinari di sanità pubblica, sottodimensionato rispetto alle esigenze dettate dall’emergenza. Un’emergenza ampiamente annunciata e ancora una volta sottovalutata.
Simone Loi