La linea post Covid del calcio dilettantistico nazionale è stata tracciata a Cagliari qualche settimana fa da Giancarlo Abete: “Il nostro mondo è fisiologicamente nel futuro. La proiezione, essendo rivolta verso i giovani e il sociale, è riferita al domani. La riflessione va fatta sul modo in cui debba manifestarsi”, ha detto a L’Unione Sarda il capo della Lega nazionale Dilettanti (LnD). “Veniamo da due stagioni difficili a causa della pandemia, ma siamo tornati al livello di tesserati del pre-Covid: circa un milione. È una dimensione importante, non solo per il calcio, ma per tutto lo sport nazionale. Lo sforzo dovrà essere sempre più nella direzione di creare le condizioni affinché tutti, nessuno escluso, possano giocare. Anche per questo motivo il mondo dei Dilettanti deve marciare unito, nel segno dell’impegno comune”. Parlamentare eletto con la Dc per tre legislature, Abete è prima di tutto uno sportivo. Imprenditore nel settore della grafica editoriale, 71 anni, predilige da sempre il calcio a tutto campo. Per tre mandati, dal 2007 al 2014, è stato a capo della Figc. Commissario della Lega di Serie A nel 2020 e, nel 2021, della Lega Nazionale Dilettanti, a marzo è stato eletto presidente della Lnd con un plebiscito, chiudendo la crisi che si era aperta dopo le dimissioni di Cosimo Sibilia. A Cagliari ha intitolato assieme a Gianni Cadoni, capo del Comitato regionale e suo vicepresidente, la sala riunioni della sede del Comitato regionale a Benedetto Piras, storica guida del calcio sardo. Per il rilancio del calcio italiano, Abete ha una sua ricetta: “Va senz’altro rafforzato lo scouting, ma l’obiettivo primario è il momento agonistico e sportivo. Gli incentivi ci sono e ci saranno, ma servono impianti idonei e sicuri. È una questione fondamentale. Conosciamo la realtà del Sud e delle Isole: c’è da lavorare in accordo con le istituzioni per poter rimettere in sesto i campi sportivi. E anche gestirli al meglio, essendo questa un’esigenza primaria degli enti locali e delle società”. Per Abete la stagione che si è appena chiusa è stata soddisfacente: “Non possiamo considerarla in modo diverso. Ci sono stati alcuni stop verso la fine del 2021, ma fermare i campionati nel momento del picco della pandemia ha garantito regolarità dei campionati. È vero poi che abbiamo dovuto rinunciare al Torneo delle Regioni, ma siamo riusciti a svolgere attività anche oltre i campionati. Nell’Isola è stato svolto un ottimo lavoro sulla Terza categoria, dove è stata incentivata l’iscrizione detax di molte squadre. Cercheremo di muoverci per rafforzare la nostra presenza anche nel calcio amatoriale e nel calcio a 5, che rappresentano ambiti da valorizzare ulteriormente“. La chiusura è sui format: “L’unica considerazione che mi sento di fare al riguardo è che deve essere garantita più omogeneità tra le varie Regioni. In tempo di Covid la flessibilità era un’esigenza. Ora però i tempi sono cambiati e i Comitati regionali pian piano saranno chiamati a definire il format dei tornei con dei parametri riconoscibili per tutti, fatta salva l’elasticità necessaria per i casi particolari”.

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