Dallo stile romanico della basilica di San Simplicio a Olbia al neoclassico del santuario di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari. In mezzo tanta natura con i profili montani del parco di Tepilora e della Giara, sentieri, boschi, chiese campestri, tradizioni, silenzi profondi e chiassosi intervalli tra città e strade statali. E poi tanti borghi da scoprire tra tappe, ristori e ospitalità. È il cammino di Bonaria, disegnato dalla cosiddetta Carta di Lula, atto di battesimo di un percorso che ha un occhio privilegiato verso itinerari religiosi da ritrovare ma guarda anche al di là, cioè a un viaggio che all’insegna dell’amicizia e del dialogo unisca tutta la Sardegna e apra magari nuove opportunità di sviluppo turistico. Il progetto nasce un po’ sulla scia dell’imbattibile cammino di Santiago di Compostela, acclamata meta di pellegrini di tutto il mondo, o della Via Francigena, altro percorso di forte richiamo. Ed è  proiettato verso un turismo che contempli fatica e scoperta, tenga lontane corse e frenesie per restituire la bellezza di ritmi in sintonia con il creato.

Per coglierne lo spirito basta scorrere le tappe, per ora dodici, sebbene siano possibili varianti e bretelle.

Il santuario della Madonna dell'Annunziata a Bitti (foto M. O.)
Il santuario della Madonna dell'Annunziata a Bitti (foto M. O.)
Il santuario della Madonna dell'Annunziata a Bitti (foto M. O.)

La dorsale principale si snoda a partire dal monumento religioso più caro alla città di Olbia e a tutta la Sardegna nord orientale per imboccare la strada verso Padru, quindi Ludurru, poi giungere nel Nuorese attraversando i sentieri del parco di Tepilora, facendo tappa nei santuari dell’Annunziata a Bitti e di San Francesco a Lula con le caratteristiche cumbessias per i pellegrini, quindi la risalita verso il Redentore sul monte Ortobene a Nuoro e la tappa successiva di Orotelli. I passi lungo il cammino giungeranno poi a Sedilo, Fordongianus, Usellus, Sini, dove si può ammirare la Giara, prima di scendere verso Sanluri e Assemini fino ad arrivare a Cagliari, sul colle di Bonaria con l’omaggio alla patrona della Sardegna. Questo speciale viaggio racconta storie antiche, tradizioni forti sebbene ai margini delle ribalte più frequentate. Un’occasione senz’altro inedita per lasciarsi cullare anche da richiami culturali ed enogastronomici a cui i pellegrini abitualmente non sanno rinunciare. Le loro giornate non sono solo piene di passi, ma anche di tante curiosità da vedere con i propri occhi.

Il santuario di San Francesco nelle campagne di Lula (foto M. O.)
Il santuario di San Francesco nelle campagne di Lula (foto M. O.)
Il santuario di San Francesco nelle campagne di Lula (foto M. O.)

La carta di Lula certifica l’avvio del progetto, messo a punto da un gruppo di amici di tutta l’Isola che a inizio ottobre si è ritrovato nella chiesa campestre del Miracolo, ai piedi del Montalbo, a un anno o poco più dall’esperienza che l’ha portato passo dopo passo da Olbia a Cagliari. Ha impiegato dodici giorni per la lunga traversata. Diversi i compagni di viaggio che hanno accompagnato nelle varie tappe i due pionieri, Antonello Menne e Francesco Calledda, per tutti Zigheddu. Entrambi habitué dei cammini, instancabili marciatori, esperti dei sentieri battuti dai pellegrini di mille provenienze che si riversano a Santiago e di quelli ancora tutti da esplorare. «Il cammino di Bonaria è meraviglioso per la bellezza dei paesaggi, merita di essere valorizzato anche in chiave turistica», commenta Francesco Calledda che a 83 anni, con l’abituale zaino sulle spalle, conserva un sorprendente entusiasmo.

La statua del Redentore\u00A0(foto M. O.)
La statua del Redentore\u00A0(foto M. O.)
La statua del Redentore (foto M. O.)

«Il cammino è come un canto popolare: diventa tale se viene adottato dalla gente. Per questo bisogna farlo conoscere e amare», dice Menne, avvocato a Milano, origini di Orotelli, autore di varie pubblicazioni che raccontano i suoi percorsi più importanti: Santiago, la Via Francigena e la Terra Santa. Lui, presidente della neonata associazione “Cammino di Bonaria”, come gli altri promotori del sodalizio che si è costituito a Lula, sa bene che non è facile attrezzare un percorso aperto a tutti, renderlo accessibile e visibile, garantire i servizi necessari per dare ristoro ai pellegrini perché le incombenze amministrative sono davvero tante e mappare i sentieri richiede molto tempo. Ma il gruppo è certo che sia una scommessa da tentare comunque coinvolgendo le comunità, le amministrazioni locali, le scuole, le parrocchie, le associazioni.

I promotori della Carta di Lula\u00A0(foto concessa)
I promotori della Carta di Lula\u00A0(foto concessa)
I promotori della Carta di Lula (foto concessa)

«Bisogna mettersi in strada ed essere inclusivi», è il programma di Antonello Menne anche alla luce dell’esperienza sul campo fatta nel 2020 quando da Milano si è incamminato verso la Liguria, ha percorso a piedi tutta la Corsica e poi, sbarcato a Olbia, si è ritrovato a condividere con Francesco Calledda il tracciato ora ribattezzato Cammino di Bonaria. Dopo un anno di riflessione il progetto punta alla concretezza per far attecchire l’idea di fondo messa per iscritto sulla Carta: «Promuovere un cammino come luogo di accoglienza e di dialogo per credenti e non, secondo lo spirito di san Francesco d’Assisi che si fece pellegrino in Terra Santa per offrire la pace in luogo della spada. Un cammino di pace e di concordia, di apertura ai pellegrini che vorranno attraversare la Sardegna per ascoltare i racconti delle sue genti e ammirarne la bellezza del suo ambiente naturale. Un cammino che sappia mettere in primo piano i valori del rispetto delle persone e della solidarietà». C’è un pensiero verso la madre terra per preservarla da indifferenza e incuria. Il gruppo promotore non bada solo ai buoni propositi e alle carte da avviare, prepara già una prossima traversata nel 2022. Un modo per tornare sui passi fatti e guardare a quelli futuri per non mancare la meta.

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