Si sta a sinistra quando è necessario tenere la destra, si tiene la destra quando è d’obbligo stare a sinistra. Quando si svolta da una parte o dall’altra, avvisare chi segue dell’imminente manovra è superfluo: la leva della freccia è un semplice orpello (semi)sconosciuto messo ai lati del volante solo per ornamento. Per fare una curva è opportuno seguire l’esempio delle corse in Formula 1 e allargarsi quanto basta dalla parte opposta per poi tagliare ed eseguire nel modo aerodinamicamente perfetto il semicerchio: come del resto prevede il codice della strada. O no? Oppure calcolare il centro esatto di una strada a due corsie per senso di marcia così da procedere perfettamente nel suo mezzo. Non un centimetro più a destra, non uno più a sinistra.

Le cattive abitudini

Un recente studio dell’Anas eseguito dal “Csa research” sui comportamenti degli automobilisti in Italia (domande su un campione di oltre 3mila persone e l’osservazione del comportamento di circa 5mila da nord a sud: sarebbe interessante sapere se qualcuna risiede in Sardegna e ancor più a Cagliari), ha messo a disposizione uno spaccato abbastanza chiaro, seppure forse incompleto, delle abitudini di chi guida nel nostro Paese. Una fotografia eloquente della cattive e superficiali abitudini di chi percorre le strade statali, provinciali e comunali in ogni regione. Comportamenti non nuovi e difficili da cambiare per abitudine, poca conoscenza delle regole, menefreghismo, arroganza, incapacità e chissà cos’altro.

In viaggio con la cintura di sicurezza agganciata (archivio)
In viaggio con la cintura di sicurezza agganciata (archivio)
In viaggio con la cintura di sicurezza agganciata (archivio)

In sintesi: secondo lo studio siamo individualisti, indulgenti con noi stessi, aggressivi, sempre convinti che le responsabilità su eventuali incidenti o situazioni di pericolo che si creano sulle strade siano degli altri; non usiamo gli “indicatori di direzione” nei cambi di corsia, nei sorpassi (il 54 per cento), uscendo dalle corsie di accelerazione (il 19 per cento) ed entrando sugli svincoli che collegano le varie vie di comunicazione (il 34 per cento); le cinture di sicurezza sono un oggetto sconosciuto per l’11,4 per cento dei conducenti (davanti, perché sui sedili retrostanti il dato sale al 75,7 per cento; il 41,7 per cento dei genitori non utilizza i dispositivi di ritenuta per i bambini sul sedile anteriori, il 48,4 per cento su quello posteriore; il telefonino fa la comparsa tra le mani di chi guida nell’10,3 per cento dei casi.

Alla guida col telefonino (archivio)
Alla guida col telefonino (archivio)
Alla guida col telefonino (archivio)

Dati abbastanza chiari, seppure parzialmente diversi da quelli diffusi dalla stessa Anas appena un anno fa (tra gli altri, solo due italiani su tre facevano uso delle cinture, uno su due dei seggiolini, due su dieci tenevano in mano il cellulare alla guida), cui si potrebbero aggiungere – avendoli – quelli riguardanti l’eccesso di velocità, le luci di posizione e gli stop spesso non funzionanti, la cronica e malsana abitudine di lasciare l’auto dove meglio capita (possibilmente in doppia o terza fila in una strada dove a malapena passano due veicoli contemporaneamente) anche solo per “un attimino”, assicurazione standard che presa alla lettera, nell’Isola, vale quanto il famoso “un paio alla sarda”.

Parcheggi in doppia fila in via Sonnino a Cagliari (archivio)
Parcheggi in doppia fila in via Sonnino a Cagliari (archivio)
Parcheggi in doppia fila in via Sonnino a Cagliari (archivio)

Non due, ma una quantità indefinita e indefinibile. Dipende dal momento, dalla necessità, dalla voglia di liberare uno spazio che sarebbe pubblico e spesso viene trasformato maleducatamente in privato. Ci sono poi il superamento dei limiti di velocità (il 9,6 per cento dei casi, francamente un dato che pare parecchio sottostimato) e il mancato rispetto della distanza minima di sicurezza nel 77,7 per cento dei casi.

Nessuno è responsabile

Il quadro descritto dalla ricerca mette in evidenza una certa inconsapevolezza, da parte della grandissima maggioranza di chi guida, di essere parte attiva del problema. Alla richiesta di dare a sé stessi un voto sul proprio rispetto del codice della strada, la quasi totalità si sarebbe assegnata (modestamente) un punteggio tra l’8 e l’8,8; di contro, la valutazione data sugli altri da queste stessa persone tocca punte molto basse quasi a identificare il resto dei conducenti quali incompetenti, incapaci, distratti, inadeguati, responsabili di manovre scorrette e fonte di pericolo.

Traffico in via Cadello a Cagliari (archivio)
Traffico in via Cadello a Cagliari (archivio)
Traffico in via Cadello a Cagliari (archivio)

Insomma, qualcuno ha sempre ragione e gli altri sempre torto. Vale per tutti, perché se ho ragione io e tu torto, per te sei tu nel giusto e io nel torto. In una massa indistinta di responsabilità assenti che portano a sottovalutare il pericolo e dunque ad aumentare il rischio per sé stessi e gli altri. Oltre ad accentuare un’aggressività latente davanti a comportamenti ritenuti fastidiosi, inadeguati e sbagliati da parte di chi sta davanti, dietro, ai lati della propria auto. Che fare allora?

Maggiori sanzioni

Tra le novità introdotte nel codice della strada in questo 2022 ci sono le maggiori sanzioni per chi butta dal finestrino del veicolo carte o mozziconi di sigaretta, per chi sporca le strade, per chi occupa i parcheggi per i disabili (col contestuale taglio dei punti sulla patente).

Mozziconi di sigaretta buttati lungo la Statale 554 (archivio)
Mozziconi di sigaretta buttati lungo la Statale 554 (archivio)
Mozziconi di sigaretta buttati lungo la Statale 554 (archivio)

L’obbligo per gli automobilisti di rallentare e fermarsi per dare la precedenza ai pedoni che attraversano sulle strisce o nelle loro vicinanze; il divieto di utilizzo non solo degli smartphone ma anche di computer portatili, notebook, tablet e dispositivi analoghi «che comportino anche solo temporaneamente l’allontanamento delle mani dal volante» aumentando il rischio di provocare un incidente.

Provvedimenti inutili

Novità servite a qualcosa? A naso, visto lo studio, verrebbe da dire no. E solo puntando l’attenzione su quanto accade a Cagliari, come si potrebbe rispondere diversamente? In un qualunque giorno in una qualunque strada si potrà serenamente vedere qualcuno che guida col telefonino in mano, procede in mezzo alla strada intralciando la marcia altrui, svolta senza usare la freccia, si allarga a destra o sinistra per svoltare a sinistra o destra, parcheggia dove capita senza badare agli altri, ti sta appiccicato al paraurti posteriore perché la sua auto ha fretta di mostrare la propria potenza, butta la cicca sull’asfalto (quando va bene) o sulle sterpaglie (magari in estate), lascia le luci abbaglianti attive. Eccetera eccetera eccetera.

Quindi: dove vogliamo andare?

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