Siccità e inondazioni, incendi e ondate di calore: se non si adottano urgentemente misure decisive si rischia di andare incontro a vere e proprie catastrofi. Il pianeta è bollente. Le attività umane hanno portato a un riscaldamento globale senza precedenti: la temperatura media – nell’arco di 12 mesi, tra febbraio 2023 e gennaio 2024 – ha superato i livelli preindustriali di 1,5 gradi.

E il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato in oltre 100.000 anni a livello globale, con 1,48 gradi sopra i livelli preindustriali, e anche la temperatura dell’oceano mondiale ha raggiunto nuovi massimi. L’Europa è il continente con il riscaldamento più rapido; a partire dagli anni ’80, il riscaldamento del continente è stato circa il doppio del tasso globale. Il Vecchio Continente si deve affrontare rischi climatici sempre più gravi, tra cui ondate di caldo e siccità prolungate, forti precipitazioni che portano a inondazioni pluviali e fluviali e l’innalzamento del livello del mare che porta a inondazioni costiere.

Sono le drammatiche conclusioni dell’European Environment Agency (EEA), l'Agenzia europea dell'ambiente, che ha diffuso nei giorni scorsi la prima valutazione dei rischi climatici mai effettuata.

Le politiche di adattamento e mitigazione non riescono a stare al passo. L'invito ai politici europei e delle singole nazioni è di «agire immediatamente» e adottare «un approccio coordinato tra Ue e governi», ma anche tra governi e regioni.

Dunque, l'Europa è il continente con il riscaldamento più rapido del mondo. Il caldo estremo, un tempo relativamente raro, sta diventando sempre più frequente, mentre le precipitazioni stanno cambiando. Gli acquazzoni e altre precipitazioni estreme stanno aumentando di intensità e negli ultimi anni si sono verificate inondazioni catastrofiche in varie regioni. Allo stesso tempo, l’Europa meridionale può aspettarsi un notevole calo delle precipitazioni complessive e siccità più gravi.

Questi eventi, combinati con i fattori di rischio ambientale e sociale, pongono sfide importanti in tutta Europa. Nello specifico, compromettono la sicurezza alimentare e idrica, la sicurezza energetica e la stabilità finanziaria, nonché la salute della popolazione generale e dei lavoratori all’aperto; e tutto questo influisce sulla coesione e sulla stabilità sociale.

Allo stesso tempo, i cambiamenti climatici stanno avendo un impatto sugli ecosistemi terrestri, d’acqua dolce e marini.

Il cambiamento climatico è un moltiplicatore di rischi che può esacerbare le crisi esistenti. I rischi climatici possono propagarsi da un sistema o da una regione all’altra, anche oltre l’Europa. A cascata possono portare a sfide a livello di sistema che interessano intere società, con particolare impatto sui gruppi sociali vulnerabili. Gli esempi includono mega siccità che portano all’insicurezza idrica e alimentare e minacce ai mercati finanziari e alla stabilità.

Diversi rischi climatici – spiega l’Agenzia – hanno già raggiunto livelli critici. Se non si intraprende un’azione decisiva adesso, la maggior parte dei rischi climatici individuati potrebbe raggiungere livelli critici o catastrofici entro la fine di questo secolo. Centinaia di migliaia di persone potrebbero morire a causa delle ondate di caldo e le perdite economiche derivanti dalle sole inondazioni costiere potrebbero superare i mille miliardi di euro all’anno.

I rischi climatici per gli ecosistemi, le persone e l’economia dipendono tanto da fattori di rischio non climatici quanto dai pericoli legati al clima. Politiche e azioni efficaci a livello europeo e nazionale possono quindi contribuire a ridurre questi rischi in maniera significativa. La misura in cui potremo evitare i danni dipenderà in gran parte dalla rapidità con cui riusciremo a ridurre le emissioni globali di gas serra e dalla rapidità ed efficacia con cui potremo preparare le nostre società e adattarci agli inevitabili impatti del cambiamento climatico.

L’Ue e i suoi Stati membri hanno fatto notevoli progressi nella comprensione dei rischi climatici e nel modo migliore per affrontarli. Le valutazioni nazionali del rischio climatico sono sempre più utilizzate per orientare lo sviluppo delle politiche di adattamento. Tuttavia, il livello di preparazione della società è ancora basso, poiché l’attuazione delle politiche è sostanzialmente in ritardo rispetto ai livelli di rischio in rapido aumento. Pertanto è necessaria un’azione aggiuntiva coordinata e urgente a tutti i livelli di governance.

La maggior parte delle politiche e delle azioni volte a rafforzare la resilienza dell’Europa ai cambiamenti climatici sono attuate a lungo termine e alcune azioni hanno tempi di realizzazione lunghi. È invece necessaria un’azione urgente – è il monito dell’Agenzia – per evitare scelte rigide che non sono adatte al futuro in un clima che cambia, come nella pianificazione dell’uso del territorio e nelle infrastrutture di lunga durata. Un approccio politico integrato che tenga conto di molteplici obiettivi politici è essenziale per garantire un adattamento efficace.

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