Era maggio, ed era il 1943. Lui guardò impassibile quelle macerie, un gigantesco cumulo di calcinacci, mattoni e spezzoni di arredi industriali che le bombe americane avevano ridotto in polvere. Tutto distrutto: macchinari, bidoni del latte, imbottigliatrici, camion per il trasporto dei prodotti della rinomata "Latterie di Mussolinia".

Una vita spazzata via dietro il rombo dei bombardieri che avevano devastato gran parte di Cagliari. Quel signorotto distinto rimase immobile, poi voltò le spalle a quel disastro e subito si mise al lavoro per riorganizzare l'azienda e il suo futuro. Giannetto Gorini, era fatto così. «Non si era messo a piangere, davanti a quella tragedia. Il giorno stesso era già al lavoro per ripartire», racconta oggi il figlio Gesualdo, 88 anni, il quarto di cinque fratelli: Maria, Nino (Antonio), Puppo (Mario, giocatore del Cagliari e poi giornalista sportivo) e l'ultima Vincenza. È il depositario di una storia di vita e di una famiglia intrecciata con la straordinaria epopea agricola, sociale ed economica di Arborea e della coop 3A, con Cagliari e con quella Sardegna dei primi decenni del 1900. Livornese di origine ma sardo di adozione, Giannetto Gorini era nato da un'umile famiglia, orfano a 8 anni per decisione della spagnola, ma non per questo aveva mai smesso di guardare oltre e di costruire i suoi sogni.

L'ESORDIO «Quando morirono i genitori, mio padre viene mandato a Sassari da uno zio. La spagnola gli aveva portato via la mamma, operaia che lavorava il corallo, e il padre, occupato nel settore della ristorazione». Da quel momento la sua nuova terra diventa la Sardegna, Sassari, dove è accolto dallo zio Alcide Baggiani, titolare di un albergo. «A 16 anni è incaricato di gestire i chioschi delle stazioni ferroviarie», riprende il figlio Gesualdo, «soprattutto quelli della tratta Sassari, Macomer e Oristano». Le giornate passano tra vagoni, fermate e ordinazioni. «Questo lavoro lo porta a frequentare Oristano. Nel 1920 sposa a Sassari Guglielma Melani, figlia di emigrati pistoiesi e con lei si trasferisce a Oristano, dove avvia la sua prima attività». L'esordio fu emblematico. Disse all'amata moglie senza tanti giri di parole: «Guglielma questo è il nostro bar, la nostra vita. È tutto da pagare».

L'ATTIVITA' Il locale era in via Dritta, centro storico della città di Eleonora. Il lavoro gira bene e dopo qualche anno Giannetto prende in gestione in piazza Roma (poco distante dal bar), l'Albergo Industriale. Viene rimesso a nuovo e ristrutturato. Qui iniziano i primi contatti con Giulio Dolcetta, l'ingegnere illuminato, padre ideatore della Sbs e della grande bonifica idraulica e agraria della piana di Terralba. L'Albergo Industriale diventa il quartier generale di Dolcetta e del suo staff. L'ingegnere vicentino impara a conoscere e ad apprezzare le qualità imprenditoriali e umane di quell'omino toscano. «Dal Trentino, durante una vacanza con la famiglia, Dolcetta scrisse a mio padre una simpatica cartolina», continua Gesualdo. «"Caro Gorini, tutto bene, ma qui mi mancano i suoi menu"». L'uomo della grande bonifica intuì subito quanto quell'imprenditore lungimirante poteva fare al caso suo. «Infatti lo incaricò di rifornire i capannoni e gli spacci dei centri colonici di Luri, Pompongias, Tanca Marchese, Sassu», sono i primi nuclei abitativi dove vivevano e alloggiavano molti braccianti arrivati da tutta l'Isola e dalla Penisola per realizzare le prime strade, la fitta rete di canali e disegnare i campi piantando le fasce frangivento con gli eucalipti. Sono anni difficili, di fatica ma anche di grandi sogni. Nel '28 viene inaugurato il Villaggio Mussolini, si costruiscono le scuole, gli uffici della Sbs, la chiesa, la piazza, l'ospedaletto. E l'albergo: lo storico Gallo Bianco. Dolcetta decise che quella bella struttura con grandi sale e un camino ingentilito dalle ceramiche con impresso un gallo bianco, potesse gestirla solo un uomo: quel toscano che aveva conosciuto a Oristano.

DA MUSSOLINIA A CAGLIARI Sul finire del 1932 Dolcetta entra in conflitto con diversi gerarchi e quadri del regime e così decide di dimettersi e lasciare con l'Sbs la sua straordinaria creatura ormai svezzata. A raccogliere l'eredità è l'ingegnere Piero Casini. «Mio padre venne convocato a Roma, nella grande sede della società. Casini voleva affidargli l'incarico di commercializzare i prodotti della bonifica. "Caro Gorini - disse a mio padre - lei deve prendere in mano i nostri prodotti e venderli". "Ma io sono un albergatore", gli rispose. "No, io la conosco bene. E so che lo farà". Mio padre accettò e chiese di lavorare in collaborazione diretta». Gorini porta su Cagliari il primo latte vaccino della Società bonifiche sarde di Mussolinia, tra il '34 il'35 e apre il primo punto vendita in viale Bonaria e poi in viale Trieste. Inizia una vincente strategia di mission, si direbbe oggi. «Per introdurre il latte nel capoluogo compra una imbottigliatrice, adotta l'uso di bottiglie in vetro e tappa il latte fresco con l'alluminio», riprende Gesualdo. «In quegli anni esisteva praticamente solo un consumo di latte di pecora. Il latte vaccino era pressoché sconosciuto nell'Isola». ll latte sfuso, dunque, non viene venduto più nei pentolini ma imbottigliato. Gorini scommette alto, e vince. Ha coraggio. Inventa in quegli anni la consegna a domicilio. «Aveva acquistato i carretti-triciclo che giravano per le vie di Cagliari, gli addetti con la divisa dell'azienda, camice bianco e cuffie, consegnavano porta a porta. Tutti i prodotti sotto un'unica sigla "Latterie di Mussolinia"». Aveva inventato, sessant'anni in anticipo, i pony express. Così, giorno dopo giorno fece entrare i suoi prodotti nelle abitudini alimentari dei cagliaritani, sfruttando anche un nome che in quegli anni poteva trainare il mercato. Fu una trovata. Dopo viale Bonaria realizza un impianto di imbottigliamento anche in via Crispi. Alla fine del 1936 trasferisce la famiglia da Mussolinia a Cagliari, casa in viale Trieste dopo via Pola. E sempre in viale Trieste apre un grande magazzino dove sistema frigoriferi, reparto imbottigliamento e produzione di joddu prima e yogurt poi. Nel 1938 partecipa a una esposizione nel mercato vecchio sul Largo Carlo Felice. Con lui immancabile Giovanni Morfino (altro nome legato ad Arborea), collaboratore stretto di Gorini e bravissimo pasticcere. Sul finire degli anni Trenta le Latterie di Mussolinia diventano 4: in piazza Yenne, via Crispi, piazza Garibaldi e un chiosco di vendita nel mercatino rionale di piazza Galilei.

Ormai il latte vaccino è una potenza. Burro di Arborea, Dolce sardo, provolone, joddu. L'inizio della guerra non sembra intaccare gli affari. Nel 1942 un bombardamento su Cagliari segna l'avvio dello sfollamento. Per le produzioni di Mussolinia fu, seppur nella tragedia generale, un involontario lancio dei prodotti nel resto dell'Isola. «Lo sfollamento di Cagliari ebbe un impatto radicale nei paesi e nelle popolazioni dell'interno. Già nel '42 ma soprattutto con l'esodo del '43, i cagliaritani portarono nei paesi abitudini nuove, cittadine chiamiamole». Con i bombardamenti del '43, in particolare quello del 28 febbraio, Cagliari si svuota. Restano i rifugi. «Il prefetto Leone - ricorda Gesualdo Gorini - autorizza mio padre a dare latte e latticini senza la tessera di razionamento. Consegna rifugio per rifugio. Con lo sfollamento arrivano nei paesi di mezza Sardegna i prodotti di Mussolinia tramite i cagliaritani». Il nome di Giannetto Gorini è legato alla grande devozione dell'Isola verso Sant'Efisio. In quel tragico primo maggio del '43, in una Cagliari irriconoscibile dopo i bombardamenti e ormai deserta, Gorini mettere a disposizione, il suo camioncino Fiat 1100 verde scuro per trasportare il santo. Alla guida Giovanni Vargiu, suo dipendente e a fianco, il figlio di Giannetto, Puppo. A bordo del mezzo Sant'Efisio piange davanti a una città di macerie. E nel rispetto della tradizione, raggiunge Nora.

IL DISASTRO «Il 13 maggio 1943 mio padre perde tutto sotto una pioggia di bombe che devastano gli appartamenti e tutta l'azienda». La giornalista e storica Eugenia Tognotti in "Il cinquantenario del bombardamento su Cagliari" sul Messaggero del 21 aprile 1993, ricorda quel giorno infausto. «Il 13 maggio toccò a Cagliari (...) Per un'ora circa - tra le 13.35 e le 14.45 - e ancora dalle 22.50 alle 23.07 - il capoluogo dell'isola conobbe l'apocalisse: in ondate successive 197 bombardieri pesanti e medi (...) seppellirono la città e il porto di cntinaia e centinaia di bombe per un totale di 500 tonnellate di esplosivo, che ridussero Cagliari a un immenso cimitero di rovine». L'indomani, Giannetto cerca e trova un locale in viale Trieste dove sistemare il punto di appoggio e continua a rifornire Cagliari con i due camion che si erano salvati. LA SVOLTA Nel 1947 si rivoluziona il sistema di trasporto. I mezzi finora utilizzati non erano più idonei, e Giannetto compra 4 camion Alfa Romeo. Ci sono in ballo tanti progetti innovativi per il rafforzamento dell'azienda ma da lì a qualche anno si chiude improvvisamente il grande libro dei futuri possibili che quell'imprenditore infaticabile sapeva realizzare. Nel gennaio del 1950 Giannetto Gorini muore stroncato da un infarto. «Noi figli abbiamo preso in mano le redini dell'azienda. Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre forze». La 3A Azienda alimentari associate (la Assegnatari Associati Arborea, nascerà nel '56) conferma l'esclusiva della commercializzazione del latte di Arborea all'azienda Gorini. «Viene introdotto per la prima volta nell'Isola il latte pastorizzato. Costruimmo un centro in vico Cesare Battisti. Il sistema cambiò radicalmente». Nel 1954, Gesualdo è nominato amministratore unico del "Centro latte Giannetto Gorini". «Introducemmo anche due nuovi prodotti, lo yogurt e la mozzarella, qui allora quasi sconosciuta». Nel '56 Arborea costituisce la cooperativa 3A sotto l'egida dell'Etfas. Sono anni di grandi trasformazioni tecnologiche e imponenti investimenti. Il settore lattiero caseario diventa una macchina da guerra in un mercato sempre più innovativo. Arriva il Tetra Pack e il latte omogeneizzato. Per l'azienda della famiglia Gorini è il momento delle scelte. Cede alla Coop 3A il complesso di vico Cesare Battisti. A Cagliari tiene le latterie e l'attività di grossista per gli alimentari. Così sino al 1970, quando si chiude la grande saga della famiglia di Giannetto Gorini sulla via del latte.

IL RICORDO Arborea oggi è molto cambiata, ma non ha dimenticato quell' imprenditore coraggioso e protagonista di quegli anni. «Nel corso della sua straordinaria vita Giannetto Gorini ha potuto incontrare la nascita della comunità di Arborea fornendo un contributo importante non solo grazie al lavoro portato avanti in qualità di primo locatario della Locanda del "Gallo Bianco" ma anche e soprattutto per aver concluso con successo la sfida di inserire nel mercato sardo un prodotto che doveva ancora trovare una collocazione in un'isola che non consumava ancora latte vaccino».

Così Manuela Pintus, sindaca di Arborea, rende omaggio a un uomo unico, strettamente legato alla storia della grande bonifica. «La sua figura si inserisce a pieno titolo tra quelle che hanno maggiormente caratterizzato la crescita del nostro territorio, poterlo ricordare è occasione per noi di approfondire lo studio delle sue imprese e di quelle della sua famiglia, così come la conoscenza di un'importante parte di storia della nostra comunità». Una vita ricca di difficoltà ma anche di grandi traguardi che il gruppo "I Guasti" di Arborea, con grande impegno e passione, ha voluto onorare attraverso una originale scrittura teatrale dedicata a lui. Una rivisitazione del grande libro di Giannetto Gorini, un uomo concreto e generoso. Decisamente avanti nel tempo.
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