Decine di migliaia di fotografie, filmati, registrazioni di concerti e tantissimi documenti. C’è un grande tesoro nell’archivio privato di Michelangelo Zanda, l’ex capo ufficio tecnico del comune di Desulo scomparso un anno fa. Il professionista era appassionato e studioso delle tradizioni sarde. Negli anni ha raccolto una sterminata quantità di documenti che aspettano di essere valorizzati e fatti conoscere.

Il memorial

Gli amici e i familiari nei giorni scorsi hanno iniziato a togliere dai cassetti (nella fattispecie dagli hard disk) una parte dell’archivio fotografico. Centinaia di scatti sono stati proiettati durante un memorial che si è svolto a Desulo nella tenuta di Giorgio Zanda, sotto i boschi di castagno nelle campagne di Acivrucca.

Michelangelo Zanda era un documentarista per passione. Aveva una grande forza di volontà a dispetto di una condizione fisica segnata dalla poliomelite. Conosceva tutte le più importanti feste della Sardegna. Amava l’Ardia e la festa dell’Assunta a Orgosolo. Con la sua inseparabile Nikon immortalava volti, costumi, cavalieri e riti religiosi. Non aveva paura delle difficoltà. A Sedilo per esempio, durante la festa di San Costantino, aspettava l’arrivo dei cavalieri in uno dei punti più pericolosi, a poca distanza dall’arco d’ingresso al santuario di Monte Isei. Familiari e amici cercavano di farlo desistere, come pure il servizio d’ordine. Ma lui non cedeva. “Mangiava la polvere”, ma riusciva sempre a portare a casa uno scatto buono. Scene che si ripetevano anche a Orgosolo durante le spericolate pariglie a cavallo. «Non aveva paura di niente – ha ricordato l’amico Pasquale Pinna – una volta si piazzato in uno dei posti più pericolosi. Aveva già in testa la fotografia prima ancora dello scatto». Oggi quelle immagini fanno parte di un archivio ricchissimo.

Il ricordo

Maria Antonietta Mula, insegnante e poetessa orunese, ha ricordato l’amico Michelangelo Zanda sottolineando proprio la grande forza di volontà e la voglia di documentare tutti gli aspetti della cultura materiale del paese, l’ambiente naturale, le tradizioni, l’artigianato, la pastorizia. Massimo Locci, allevatore ed ex consigliere comunale, ha ricordato un’escursione a Punta Lamarmora in sella a un asino. A fine giornata tornò a casa distrutto, ma soddisfatto di aver raggiunto la vetta più alta della Sardegna.

L’appello del sindaco

Il sindaco Giancristian Melis ha ricordato l’ex dipendente comunale sottolineando l’attaccamento alla montagna e al paese. «Ha contribuito a far conoscere la nostra comunità con le sue immagini e con le sue poesie». Il primo cittadino di Desulo ha lanciato un appello ai familiari dell’ex geometra del Comune. Un invito a valorizzare i materiali presenti nell’archivio personale di Michelangelo Zanda. Durante il memorial sono intervenuti Giovanni Antonio Busio, Gigi Littarru, Mario Mereu, Mario Mureddu, Totore Locci, Antonella Frongia e tanti altri. Spazio anche alla musica. Il folk era la grande passione di Zanda. Era un appassionato della poesia estemporanea e del canto tenore. Gli hanno reso omaggio i gruppi di Oniferi, Orgosolo, Orune e Lodè.

La proiezione

Durante tutta la manifestazione sono stati proiettati centinaia di scatti realizzati prevalentemente sui monti del Gennargentu. Spazio alla fotografia naturalistica con paesaggi, flora e fauna (bellissime le immagini dell’aquila e dei mufloni), ai reportage nel mondo dell’economia (pastorizia, artigianato) e delle feste con le immagini di processioni e riti religiosi. Immancabili i ritratti delle prioresse di Desulo. Insomma, un vastissimo campionario di scatti che raccontano la montagna barbaricina e le tradizioni della Sardegna.

In tanti hanno auspicato che l’archivio di Michelangelo Zanda venga valorizzato con mostre, pubblicazioni cartacee e filmati. Si tratta di documenti preziosi. Sarebbe davvero un peccato non farli conoscere.

L’ex geometra del Comune era molto geloso delle sue fotografie. Ogni tanto le mostrava agli amici. Spesso le ha pubblicate sui social network. «Gli scatti migliori li tengo per me – amava ripetere – ovviamente firmo sempre le mie foto perché sul web c’è chi ruba le immagini per poi rivenderle o comunque farne un uso commerciale. A me tutto questo non piace».   

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