All’inizio aveva tutta l’aria di una comune macchina da scrivere. Un ammasso di ferraglia incrostata da ruggine e rigonfiamenti da cui emergevano tasti, lettere e ingranaggi dentellati: «Abbiamo trovato una macchina da scrivere impigliata tra le reti», disse frettolosamente un sub appena riemerso dai fondali del Mar Baltico. Novembre 2020, Baia di Gelting. In realtà quel blocco misterioso e deformato, inghiottito dal mare quasi 80 anni prima, era uno straordinario reperto della segretissima tecnologia nazista. Era un modello di Enigma, la celeberrima macchina crittografica utilizzata dagli eserciti del Terzo Reich per blindare le loro comunicazioni di guerra. Quel modello, probabilmente, era stato gettato in mare da una nave militare tedesca durante la fine del Secondo Conflitto Mondiale. Fu recuperato da un’équipe di sommozzatori guidata da Florian Huber e consegnato ai laboratori archeologici del castello di Gottor, in Germania, assieme a un’altra Enigma, molto simile ma rinvenuta  qualche mese dopo (gennaio 2021) nei fondali del fiordo di Schlei.

SPIONAGGIO Enigma, la più famosa macchina tedesca per le comunicazioni in codice che ha ispirato serie infinite di romanzi, gialli e film, venne ideata e negli anni perfezionata dall’ingegnere tedesco Arthur Scherbius, a partire dal 1918, rielaborando un ingegnoso meccanismo per la scrittura cifrata, chiamato “disco cifrante”, messo a punto da Leon Battista Alberti, nel 1467. Scherbius creò un dispositivo elettromeccanico per scrivere in codice e decodificare i messaggi. Nel giro di pochissimo quel marchingegno divenne l’arma segreta del successo di tutte le strategie belliche delle forze tedesche. I sommergibili di Hitler, in particolare i famosi U-Boot, si avvantaggiarono nei loro spostamenti per intercettare o eludere le navi nemiche, il tutto nella massima segretezza. Convogli carichi di armi e rifornimenti che dagli Usa arrivavano in Gran Bretagna finivano puntualmente nella micidiale trappola allestita dalla Kriegsmarine nel Mar del Nord. Ma a capovolgere le sorti del conflitto ci pensò un giovane e timido matematico britannico. All’epopea di Enigma è legata la storia controversa di uno dei più grandi matematici del XX secolo, Alan Turing, considerato oggi il padre dell’Informatica e dell’intelligenza artificiale.

Un'immagine del matematico Alan Turing. Foto Ansa
Un'immagine del matematico Alan Turing. Foto Ansa
Un'immagine del matematico Alan Turing. Foto Ansa

GENIO FUORI POSTO Era nato a Londra il 23 giugno del 1912, quest’anno ricorre il 110imo anniversario. All’età di 19 anni approda a Cambridge, e nel 1934 si laurea in matematica con il massimo dei voti. Nonostante il suo essere bizzarro, talvolta irritante, certamente geniale, Turing viene apprezzato e assecondato da molti suoi docenti che avevano colto la brillante intelligenza di quell’allievo eccentrico e disordinato. Il suo primo vero successo si chiama Logical computing machine, meglio conosciuta come la macchia di Turing. In qualche modo un primo granello di quello che negli anni diventerà la grande galassia dell’Informatica. Dopo un breve periodo negli Usa, dal ’36 al ’38, Turing rientra in patria con una spiccata passione per i codici segreti e uno strano strumento capace di produrre messaggi cifrati e di decodificarli. È l’inizio della guerra dei codici. Enigma, nei primi anni del conflitto, è considerata dalle forze dell’Asse un’arma invincibile. In realtà, quel sistema fu scardinato da tre matematici polacchi che riuscirono a decifrare i messaggi dei primi modelli. Ma la situazione cambiò nel giro di pochissimo. I tedeschi ampliarono le prestazioni di Enigma tanto da rendere impossibile decodificare i messaggi del nuovo modello. I polacchi, ormai a un punto morto, fecero un passo indietro e lasciarono campo libero agli inglesi. Alan Turing venne assunto dall’esercito come crittografo nella base militare segretissima nota come Stazione X, nel Buckinghamshire. Il suo compito era quello di svelare il segreto che rendeva Enigma, ceduta dai polacchi, una macchina perfetta. Bletchley Park, era la sede, a circa 80 chilometri da Londra, dell’unità principale di crittoanalisi del Regno Unito, la Government Code and Cypher School, “Scuola governativa di codici e cifrazione”.

IN CODICE Qui Turing, tra la fine del 1939 e l’anno successivo, migliorò e potenziò la “bomba” polacca, macchina di lettura dei codici, così da renderla capace di decrittare con successo le nuove trasmissioni di Enigma. Con le invenzioni di Turing fu possibile leggere tutto il traffico segreto della Luftwaffe, mentre quello della marina restava celato. Gli U-boot continuavano a decimare navi e mercantili carichi di rifornimenti. L’impasse fu superato ancora una volta grazie all’équipe di Bletchley Park. Turing realizzò Colossus, un gigantesco congegno elettromeccanico costituito di relè, cavi, motori elettrici capace di mettere in chiaro i messaggi segreti e rompere i codici di Enigma impostati su quattro rotori e non su tre come le macchine utilizzate per le comunicazioni aeree e terrestri. Fu la svolta. Churchill riconobbe come il lavoro svolto dalla Stazione X e da Alan Turing aiutò a chiudere prima la guerra in Europa, salvando così circa 14 milioni di vite.

UNA BRUTTA PAGINA Nonostante i meriti e i successi (nel 1946 Turing fu insignito dell’onorificenza militare dell’Ordine dell’impero britannico e nel ‘51 entrò nella Royal Society di Londra), per il grande matematico e filosofo inglese la situazione sembra ormai destinata a un terribile epilogo. Il 31 marzo 1952 viene imprigionato con l’accusato di “perversione sessuale, gravi atti osceni”. In una Inghilterra omofoba e puritana venne condannato a un anno di prigione perché omosessuale. Per evitare l’onta del carcere, visti i meriti di eroe di guerra e insigne scienziato, gli fu permesso di “curare la malattia” con un trattamento a base di ormoni per diventare sterile. Quella vera e propria castrazione chimica lo sfinì fisicamente e moralmente. Il 7 giugno 1954, con un gesto quasi fiabesco ed epico allo stesso tempo, immerse una mela nel cianuro e la morsicò. Questa la versione ufficiale: suicidio. Non mancarono però ipotesi legate a un possibile assassinio ad opera dei servizi segreti britannici spinti dal timore che quel matematico ormai considerato instabile, ma detentore di una delle più importanti operazioni di spionaggio e controspionaggio, potesse essere un pericolo. Il suo corpo fu cremato e le sue ceneri sparse nei giardini del crematorio di Woking.

LA RIABILITAZIONE Bisognerà aspettare  55 lunghi anni (10 settembre 2009) per le scuse ufficiali del governo britannico pronunciate dall’allora primo ministro Gordon Brown: «Per quelli fra noi che sono nati dopo il 1945, in un’Europa unita, democratica e in pace, è difficile immaginare che il nostro Continente fu un tempo teatro del momento più buio dell’umanità (…). Così, per conto del governo britannico, e di tutti coloro che vivono liberi grazie al lavoro di Alan, sono orgoglioso di dire: ci dispiace, avresti meritato di meglio». A cento anni dalla nascita, nel 2012, la Gran Bretagna gli dedicò un francobollo della Royal Mail. L’anno dopo, Alan Turing ricevette l’indulto reale postumo dalla regina Elisabetta. Solo il primo febbraio 2017 entra in vigore la cosiddetta Turing Law, che riabilita i gay, cancella migliaia di condanne del passato. E onora il grande matematico.

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