Trasformare una strada statale in comunale significa rendere quella striscia di asfalto «più percorribile e anche più accogliente» per chi abita ai suoi lati. Vuol dire ridurre la velocità e i relativi pericoli, migliorarne l’accessibilità e la percorribilità, magari anche semplificarne la manutenzione dal momento che la competenza passa da un ente statale lontano a un’amministrazione locale. «Sarà meglio organizzata».

È la convinzione di Graziano Milia, sindaco di Quartu, amministratore di un territorio sul quale transita una parte non banale di 554 che presto (forse: «Spesso si rallenta negli interventi» dice il primo cittadino) abbandonerà il suo status di statale per diventare “cittadino”, con corsie per autobus, marciapiedi e nessun semaforo. Una procedura avviata diversi anni fa, costellata di ostacoli e imprevisti (neanche fosse la 131) e ancora senza sviluppi visibili in termini pratici.

Graziano Milia, 63 anni, sindaco di Quartu (archivio)
Graziano Milia, 63 anni, sindaco di Quartu (archivio)
Graziano Milia, 63 anni, sindaco di Quartu (archivio)

Eppure Milia assicura che, «finalmente», questo attraversamento del deserto sia giunto al termine: «Abbiamo sbloccato la pratica». Sarà vero? E sarà realmente la soluzione ai mali di un tracciato vecchio, insufficiente per reggere la mole di traffico odierno, scomodo, privo di corsie di emergenza (con le ambulanze che regolarmente restano bloccate nella loro corsa verso gli ospedali), con una serie di incroci che rallentano ulteriormente la circolazione su quattro corsie che dovevano essere a scorrimento veloce, dove un banale tamponamento è sufficiente a creare il caos?

Sindaco Milia, lei è convinto che questa modifica migliorerà la situazione. Perché?

«Perché la strada sarà meglio organizzata, più percorribile e anche più accogliente per chi abita dall’altra parte. Avrà le rotatorie e tutte le caratteristiche di un viale urbano».

Si parla di questa trasformazione da anni: a che punto siamo?

«I lavori saranno avviati a breve, finalmente abbiamo sbloccato una pratica burocratica e amministrativa un po’ ingarbugliata. Abbiamo chiarito tutto anche sugli espropri necessari, la situazione ha dovuto attraversare un piccolo periodo di rianimazione: è stata una corsa a ostacoli devastante».

Quanti soldi serviranno per gli interventi?

«Diversi milioni di euro».

Resta il fatto che le opere riguarderanno solo la parte di vostra competenza, per il resto nulla cambierà: non si rischia di realizzare due strade diverse peggiorandone la percorribilità?

«In effetti il tratto urbano termina all’altezza dello svincolo per la Statale 125 e temo che per molti anni resterà così com’è. Questo non può che preoccuparci».

Un incidente blocca la circolazione sulla Statale 554 (archivio)
Un incidente blocca la circolazione sulla Statale 554 (archivio)
Un incidente blocca la circolazione sulla Statale 554 (archivio)

Eppure c’è un progetto multi milionario per rivedere nel complesso la 554: sono previste rotatorie su tutto il tracciato, l’eliminazione dei semafori, l’aumento dei limiti di velocità, corsie di emergenza, strade complanari. Che fine ha fatto?

«Con franchezza: di nuova 554 si parla di quando ero stato sindaco di Quartu la prima volta, negli anni Novanta, e poi presidente della Provincia. Abbiamo assistito a lentezze non accettabili. Riguardo il finanziamento: da quel che mi risulta parte dei fondi da utilizzare per le opere è stata dirottata dal commissario straordinario, cioè il governatore Christian Solinas, sulla Sassari-Alghero».

Quali sono a suo parere i problemi principali dell’arteria?

«Ci sono opinioni varie e a volte diverse. Il problema è che spesso l’imbuto si crea negli interventi e tutto rallenta. Qualcuno deve assumere un ruolo di direzione seria. La sistemazione della strada è importante, anche perché in prospettiva dovrebbe essere dotata di una linea metropolitana e ferroviaria parallela che conduca all’aeroporto. Abbiamo la possibilità di sfruttare i fondi del Pnnr con una richiesta specifica avanzata dal sindaco della città metropolitana, Paolo Truzzu, che io assolutamente condivido».

Quali sono i problemi attuali della Statale?

«I tempi di percorrenza: è uno snodo fondamentale, come si può restare così? In alcune ore il traffico è devastante. C’è anche da fare il collegamento verso la Statale 125».

Un recente incidente mortale sulla 554 (archivio)
Un recente incidente mortale sulla 554 (archivio)
Un recente incidente mortale sulla 554 (archivio)

Come si possono risolvere? Quali interventi sarebbero opportuni?

«Serve un progetto adeguato: tolti i semafori, come faremo noi, la percorribilità sarà subito maggiore».

I suoi colleghi di Monserrato, Selargius e Quartucciu, tutti concordi sull’ipotesi di realizzare un tratto urbano, hanno avanzato anche proposte alternative: per esempio una nuova quattro corsie più esterna al percorso attuale.

«Era un’ipotesi, lo è sempre stata. Non la escluderei, si tratta di capire che sviluppo avranno i territori. Oltre la strada ci sono numerosi insediamenti produttivi a Quartu, Selargius, Quartucciu. Quindi può anche essere sia necessario un ulteriore anello superiore. Un amico sindaco anni fa mi disse che da ragazzo aveva visto la rete autostradale italiana realizzata in qualche decennio. Ora solo per costruire un sottopasso servono vent’anni».

Si parla anche dell’allungamento della 554 bis sino alla 131 e all’aeroporto.

«Anche questa è un’ipotesi credibile. Ma non vorrei fare il vecchio disilluso: neanche abbiamo fatto il minimo, difficile fare molto di più».

Lunghe file di auto sulla quattro corsie (archivio)
Lunghe file di auto sulla quattro corsie (archivio)
Lunghe file di auto sulla quattro corsie (archivio)

Insomma, resterà tutto com’è: incidenti, a volte mortali, compresi.

«La speranza è l’ultima a morire, magari qualcosa in questa benedetta Sardegna cambierà. Ma non sono molto ottimista. Non parlo di chi governa ora, le risorse sono ferme da decenni e c’è una certa responsabilità dell’Anas. Da quando sono bambino percorro una 554 spesso oggetto di lavori, credo che mai vedrò la strada finita. Serve impegno straordinario e impegno serio».

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