Applausi rigati di lacrime per i protagonisti che lo sport ha dovuto salutare nel corso del 2021. L’anno appena trascorso ha visto la scomparsa di grandi personaggi di molte discipline sportive, protagonisti assoluti nei rispettivi settori e addirittura un ex presidente del Cio come il belga Jacques Rogge. Da Cesare Maestri, leggendario “Ragno delle Dolomiti”, morto il 19 gennaio, che forse porterà per sempre con sé i segreti della controversa ascesa al Cerro Torre, a Manolo Santana, tennista spagnolo che rivaleggiò con Nicola Pietrangeli e che se n’è andato l’11 dicembre. Da Paola Pigni, favolosa atleta che fece grande l’Italia del mezzofondo e che era innamorata del cross di Alà dei Sardi, a Mario Vascellari, che il basket sardo ha pianto a fine maggio.

Bebo Leonardi (archivio L'Unione Sarda)
Bebo Leonardi (archivio L'Unione Sarda)
Bebo Leonardi (archivio L'Unione Sarda)

Le lacrime di Gigi Riva

Il calcio ha dato l’addio a grandi personaggi ed è curioso come molti di loro siano legati a Gigi Riva. Tre difensori, suoi grandi amici e acerrimi rivali in campo, sono nell’elenco di chi non vedrà il 2022: Mauro Bellugi, che il 20 febbraio si è arreso dopo una lunga battaglia contro il Covid che lo aveva privato delle gambe; Tarcisio Burgnich, la “Roccia”, che si improvvisò anche goleador nell’indimenticabile vittoria sulla Germania del 1970 a Città del Messico, scomparso il 26 maggio; Francesco Morini, elegante difensore e poi dirigente della Juventus, stroncato da un infarto il 31 agosto a 77 anni. Il 18 giugno se n’era andato anche il leggendario attaccante e poi presidente della Vecchia Signora, Giampiero Boniperti, che aveva tentato per anni di portare Gigi a Torino. E poi quello che rivaleggiò con Riva per il Pallone d’Oro e per il titolo di miglior attaccante di quegli anni, il tedesco Gerd Muller, anche lui come Rombo di Tuono a segno nel leggendario 4-3. Il 23 febbraio anche i tifosi torresini hanno salutato Bebo Leonardi, altro giocatore della Juve e poi allenatore dei rossoblù di Sassari negli anni Ottanta. Fu lui a propiziare la prima rete subita dal Cagliari in Serie A, contro la Roma. Infine, se n’è andato a 79 anni l’unico sardo in campo all’Amsicora il 12 aprile del 1970, quando il Cagliari conquistò lo scudetto con i gol di Riva e Gori: Marcello Diomedi, calangianese, era uno dei tre giocatori capaci di segnare almeno un gol in tutti i campionati, dalla Terza Categoria alla Serie A.

Colin Bell (archivio L'Unione Sarda)
Colin Bell (archivio L'Unione Sarda)
Colin Bell (archivio L'Unione Sarda)

Ancora calcio

Se l’Italia ha salutato, tra gli altri, anche onesti protagonisti come Luis Del Sol, Gino Maldera e il portiere Poerio Mascella, l’Inghilterra ha dovuto seppellire vere leggende. È il caso di Colin Bell, morto il 5 gennaio a 74 anni: è stato una delle bandiere del Manchester City, che gli aveva dedicato già nel 2004 una tribuna dell’Etihad Stadium. Oppure di Jimmy Greaves, attaccante campione del mondo nel 1966, che tra le lunghe esperienze con il Chelsea e soprattutto il Tottenham, trovò il modo di giocare anche nel Milan. Infine, particolarmente dolorosa (per un tumore al cervello a soli 68 anni) la scomparsa di Paul Mariner, lungagnone che guidò l’attacco inglese ai mondiali del 1982 e a lungo quello dell’Ipswich. Giovedì 11 febbraio è stato invece un giorno tristissimo per la classe arbitrale: se ne sono andati Gianni Beschin e Maurizio Mattei apprezzati arbitri di Serie A. E, tredici mesi dopo il più celebre fratello maggiore Diego Armando, un infarto ha ucciso a 52 anni Hugo Maradona, che aveva giocato anche nel campionato italiano.

Fausto Gresini (a destra) con\u00A0Marco Melandri\u00A0(Ansa, archivio L'Unione Sarda)
Fausto Gresini (a destra) con\u00A0Marco Melandri\u00A0(Ansa, archivio L'Unione Sarda)
Fausto Gresini (a destra) con Marco Melandri (Ansa, archivio L'Unione Sarda)

Motore spento

Il mondo dei motori è stato particolarmente colpito. Il 23 febbraio, dopo una coraggiosa resistenza cpntro il Covid-19, è morto a 60 anni Fausto Gresini, ex motociclista e patron di una delle scuderie più rispettate del motomondiale. All’inizio dell’anno era mancato uno degli eroi della Dakar, il francese Hubert Auriol, tre volte vincitore della corsa. La notizia è arrivata proprio mentre la gara era in corso, in Arabia. In America, la famiglia Unser, un’istituzione dei motorspeedway statunitensi, ha perso due dei suoi rappresentanti: il 2 maggio (a 85 anni) Bobby, tre volte vincitore della 500 miglia di Indianapolis, che aveva corso anche un Gp di Formula 1; il 9 dicembre (a 82), suo fratello Al, capace di vincerne addirittura 4. I tifosi (anche) della Ferrari, hanno salutato l’argentino Carlos Reutemann, capace di ottenere con la Rossa 5 dei suoi 12 successi in Formula 1. Il circus ha pianto il 28 novembre la scomparsa di un pezzo da novanta come Frank Williams, ex pilota e fondatore nell’omonima scuderia. E il 24 maggio è scomparso anche Max Mosley, ex (discusso) presidente della Fia.

Marvin Hagler, a sinistra contro "Sugar" Ray Leonard (Archivio L'Unione Sarda)
Marvin Hagler, a sinistra contro "Sugar" Ray Leonard (Archivio L'Unione Sarda)
Marvin Hagler, a sinistra contro "Sugar" Ray Leonard (Archivio L'Unione Sarda)

Gli altri sport

Il pugilato ha dovuto salutare “The Marvellous”: a 66 anni è morto il 13 marzo Marvin Hagler, tre volte campione del mondo dei pesi medi, protagonista della sfavillante stagione della boxe all’inizio degli anni Ottanta. Un mesi prima era scomparso il peso massimo Leon Spinks, la cui notorietà era legata all’estemporanea vittoria su un Muhammad Alì ormai al tramonto, al quale strappò per pochi mesi la duplice corona (WBA e WBC) dei pesi massimi. Se il basket ha perso un mitico personaggio come Dusan Ivkovic, giocatore e poi iconico allenatore della Jugoslavia, il rugby italiano ha vissuto una drammatica “due giorni” ad aprile: l’11 è scomparso l’ex pilone azzurro (69 caps) Massimo Cuttitta; il giorno dopo, a 79 anni, il leggendario Marco Bollesan, terza linea centro e poi grandissimo allenatore anche dell’Amatori Alghero, dove per una stagione aveva allenato proprio Cuttitta. Lacrime anche per la pallavolo italiana: l’8 aprile è morto a soli 52 anni, Michele Pasinato, pluritolato opposto azzurro nei gloriosi anni Novanta. Un pesante tributo lo ha pagato (soprattutto sulle strade per i tanti incidenti in allenamento) anche il ciclismo, che ha perso per malattia il 36 enne ex professionista e vincitore del Memorial Pantani, Fabio Taborre, l’ex pro danese Chris Sorensen, a 37 anni, e l’azzurra ed ex iridata della 50 km, Monica Bandini, per un malore improvviso a 56 anni. Con loro il ciclismo saluta due personaggi che, senza dedicarsi all’agonismo, hanno avuto un ruolo molto importante: il banchiere Ennio Doris, appassionato della bici, autore di alcuni libri e soprattutto storico sponsor del Giro d’Italia e il più grande e longevo dirigente che la Sardegna abbia avuto, Salvatore Meloni, per quasi 50 anni segretario e poi presidente del comitato sardo della Fci, con incarichi anche a livello nazionale.

In chiusura, l’Italia ha salutato uno dei giornalisti più amati, oltre che ex canoista e canottiere: Gian Piero Galeazzi ha ceduto la linea per sempre il 12 novembre, ma le sue emozionanti telecronache vivranno per sempre. E gli stati uniti, proprio il 18 dicembre hanno detto addio all’85enne  leggendario allenatore di football americano John Madden, divenuto poi celebre come commentatore televisivo e testimonial del videogioco Nfl della EA Sports.

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