Non c’è immagine più violenta di un ulivo millenario distrutto dal rogo come quella che ha fatto il giro del mondo dopo l’incendio di un anno fa a Cuglieri. Ma la luna, si sa, ha anche un’altra faccia: e oggi si più dire che non c’è storia più bella di quella della natura che si riappropria della vita, di un albero che rinasce dalle ceneri, anche se impiegherà altri mille anni per tornare a splendere come prima.

Marilena Motzo, 77 anni
Marilena Motzo, 77 anni
Marilena Motzo, 77 anni

Tutto questo è cronaca, cronaca di un disastro provocato all’uomo, ma è anche arte. Più precisamente un’opera dell’artista di Cabras Marilena Motzo, 77 anni, ex docente di disegno e storia dell’arte a Cagliari con un importante trascorso tra acquarelli, ceramiche e mosaici, scelta dalla rivista “Art now” per essere esposta al Carrousel di Luovre, spazio incluso nel tour della biennale d’Europa, in rue de rivoli 99, Parigi, a pochi passi dal museo più famoso del mondo.

L’opera si intitola “La speranza dopo l’incendio”, è un mosaico con tessere veneziane, murrine, vetri e frammenti di ceramica, foglia e pasta d'oro, ed è ispirato all'oleastro millenario di Cuglieri, distrutto dal rogo del 2021, sopravvissuto dopo un anno di cure.

La speranza dopo l'incendio, mosaico di Marilena Motzo (foto concessam da Marilena Motzo)
La speranza dopo l'incendio, mosaico di Marilena Motzo (foto concessam da Marilena Motzo)
La speranza dopo l'incendio, mosaico di Marilena Motzo (foto concessam da Marilena Motzo)

«Da qualche tempo – spiega l’artista isolana – sto realizzando dei mosaici utilizzando come base dei legni recuperati da vecchie barche dismesse, oppure trasportati dal mare lungo le spiagge. Li lavoro affumicandoli nel caminetto proprio per dare l’effetto incendio, e poi costruisco sopra il mosaico. Questi lavori vogliono lanciare un messaggio di condanna per i roghi e di speranza per il futuro e sono nati proprio dalle escursioni con mio marito Tonio e miei figli Gessica e Simone una trentina di anni fa. Mio figlio soprattutto si fermava davanti ai sugheri o agli ulivi violentati dagli incendi che rinascevano, all’inizio con piccole figli verdi, per poi tornare lentamente al loro splendore. Nel caso dell’olivastro di Cuglieri, che era enorme, un autentico monumento vivente della natura, per circondarlo erano necessarie le braccia di dieci uomini, ci vorranno secoli, ma oggi, con la sua rinascita, è comunque un simbolo della forza della natura contro i disastri dell’uomo. Sì, alla fine l’ispirazione è nata cercando di guardare il mondo con gli occhi dei miei figli, grazie alla loro sensibilità che diventa arte».

Olivastro che rinasce (foto concessa da MArilena Motzo)
Olivastro che rinasce (foto concessa da MArilena Motzo)
Olivastro che rinasce (foto concessa da MArilena Motzo)

Marilena Motzo ha insegnato per tanti anni in un istituto tecnico femminile di Cagliari dove la storia dell’arte è una delle materie più importanti. «Abbiamo lavorato molto con i murales, abbiamo affrescato tante pareti della scuola», sorride, «e anche il mio percorso artistico è nato grazie alla curiosità degli studenti e al lavoro insieme ai ragazzi. Così è accaduto soprattutto con i mosaici. In classe mi chiedevano, ci insegni a realizzare murales, così praticamente io ho cominciato insieme ai miei alunni. Ho iniziato con oggetti di recupero, specchi, vetri, porcellane rotte, adesso lavoro con le tessere di Murano e elementi preziosi come le foglie d’oro, che non potevano mancare nell’ulivo di Cuglieri».

Nella rassegna del Carrousel del Louvre Marilena Motzo è l’unica sarda presente. Ma l’artista originaria di Cabras ha già esposto a Dusseldorf, in diverse città d’Italia e anche a Cagliari, «anche se in Sardegna ormai mancano le gallerie in grado di promuovere l’arte contemporanea», dice con rammarico.

L'incendio del luglio 2021 (foto archivio Unione Sarda)
L'incendio del luglio 2021 (foto archivio Unione Sarda)
L'incendio del luglio 2021 (foto archivio Unione Sarda)

Marilena Motzo vive da tanti anni a Cagliari ma ha mantenuto forte il suo legame con l’Oristanese. «I legni a cui dare nuova vita li trovo abbandonati o spiaggiati lungo le coste di Torre Grande, S’Archittu, di Tharros, di Is Arutas, nelle campagne di Scanu Montiferro, di Cuglieri, le più devastate dagli incendi negli ultimi anni. È capitato anche di recente di andare a osservare il disastro lasciato dal fuoco tra Cuglieri e il mare. I pochi rami spogli rimasti in certi alberi mi fanno pensare alle braccia di Cristo sulla croce che spesso troviamo nelle opere di tanti artisti. Tutto questo tra e ettari ed ettari di devastazione, un orrore che è opportuno denunciare anche attraverso i mosaici senza trascurare l’altro messaggio fondamentale: la rinascita, la rivincita della natura sull’uomo, la resurrezione dell’ulivo è una vittoria di tutti noi. Nuova vita dopo una profonda tristezza».

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