«Così combattiamo il cancro»
L’esperienza delle donne di Mai Più Sole e della Fondazione Taccia raccontata in occasione della Giornata mondiale sui tumori ginecologici
Una giornata speciale per tutti, medici, pazienti, caregiver di sessanta associazioni in 25 Paesi del mondo. L'Italia anche quest'anno si è messa in prima fila, con iniziative in tutte le regioni, Sardegna compresa, semplicemente per parlare dei tumori ginecologici e della forza delle donne che li combattono. Nell'Isola, sono state le donne di Fondazione Taccia e Mai Più Sole contro il tumore a scendere in campo e ad accendere l'attenzione di Cagliari, illuminando in un giorno di settembre il Bastione, tingendolo di viola, il colore simbolo della battaglia contro questa patologia. Un modo per celebrare la Giornata mondiale contro i tumori ginecologici, che nel calendario cade il 20 settembre.
L’arma vincente
Un appuntamento, come altri di questo genere, che rientra nel filone della prevenzione, soprattutto in un periodo come quello attuale, segnato dall'emergenza pandemica, che ha messo in secondo piano il dramma dei malati oncologici costretti a far slittare visite e cure, necessarie per tenere sotto controllo il cancro, con tutti gli effetti che ne conseguono.
Basti pensare - dicono i dati in mano alle associazioni – che nel 2021 si è registrata una riduzione del 35 per cento dello screening. «È necessario sensibilizzare la popolazione perché una diagnosi precoce può salvare la vita», soottolinea Albachiara Bergamini, consigliera della fondazione Taccia e referente per la Sardegna. “Il gioco di squadra fa la differenza” e “La vita è tutto il resto”, sono le frasi che sintetizzano lo spirito con il quale agisce “Mai Più Sole contro il tumore”, in stretta sinergia con la Fondazione.
Le iniziative
Il progetto, anzi i progetti di questa squadra tutta al femminile, cominciano ad abbozzarsi nel 2013, quando - racconta Bergamini - è venuta a mancare una sua cara amica, Giovanna, che si è ammalata di tumore ovarico e che lamentava un senso di solitudine davanti all’assenza di punti di riferimento, spiegazioni, risposte, consigli, conforto.
Così Mai Più Sole viene alla luce, dapprima come progetto delle Fondazione Taccia e successivamente come associazione. l’obiettivo è far sì che le donne non si sentano malate, e difatti è così, «sono tremendamente vive», e possano aiutarsi l’una con l’altra, creando una rete femminile.
La forza dell’informazione
È la prima forma di prevenzione, fondamentale per le neoplasie come il tumore ovarico per cui non esiste uno screening specifico. Viene diffusa attraverso la testata www.maipiusole.com, ormai allargata a tutte le patologie oncologiche femminili. Il sito raccoglie informazioni scientifiche sulla patologia, dai fattori di rischio - compreso quello genetico - alle indagini diagnostiche e alla chirurgia preventiva, ma dedica ampio spazio alle vere protagoniste, le pazienti, che curano le rubriche in cui raccontano il proprio vissuto, che compaiono nelle loro testimonianze video e che possono chiedere consigli a uno specialista. Oggi è diventato il punto di riferimento per tante donne sarde che, inizialmente, si sentono disorientate ma poi diventano loro stesse guide preziose per altre donne che combattono la loro stessa battaglia. Una prerogativa del gruppo Mai Più Sole è, infatti, l’assenza di etichette, il non voler raccontare la malattia come vittime ma come donne propositive che vivono con dignità e onorano il proprio tempo.
I dati
Nel nostro Paese i tumori ginecologici più frequenti sono il tumore dell’utero (8.700 casi all’anno davanti ad un totale di 117mila casi) e quello dell'ovaio (5.200), ancora molto difficile da diagnosticare precocemente, per arrivare a quello del collo dell'utero (2.400). È importante che i passi avanti fatti dalla ricerca vengano fatti conoscere alla gente, attraverso iniziative come questa, lanciata in Sardegna in occasione della Giornata mondiale che da tre anni si celebra in tutto il mondo (la World Go Day), sotto l'egida della società europea di ginecologia oncologica e dell'organizzazione che riunisce le diverse associazioni europee di pazienti di tumori ginecologici. Sono le donne che combattono il cancro e che raccontano le loro battaglie, dimostrando che si può anche vincere di fronte al nemico cancro. Tra queste c'è Valentina, giovane mamma e giornalista, che come tante altre si è ritrovata a dover affrontare questa sfida al buio, tra controlli e chemioterapia. Un esempio per tante donne, un punto di riferimento per chi ha bisogno di essere condotta per mano in questo percorso, pieno di incertezze. Durante i mesi di chemioterapia e successiva cura ormonale Valentina non si sente una sola volta malata, «ma tremendamente viva», e scopre che «esistono mille motivi per cui vale la pena sorridere». Ecco è questo il senso del messaggio che vien fuori dalla lettura del suo libro, “La vita è tutto il resto”: alla fine ci può essere un lieto fine come quello che l’autrice riserva alla protagonista, sulle orme della sua esperienza. Lezioni di vita che fanno bene a tutti.