Come si muovono le donne negli spazi urbani, dove arriva la loro percezione di paura e pericolo e quali sono i confini da non superare. Valentina Medda ha raggruppato 14 donne di diversa provenienza, origine, appartenenza di genere ed età per sviluppare il progetto “Cities by night” realizzato in collaborazione con il Centro Antiviolenza dell’Associazione Donne al Traguardo Onlus, programmato da Sardegna Teatro nell’ambito della rassegna Sardegna Contemporanea. Valentina Medda nel 2022, il con Cities by Night Across Border – risultato della partnership internazionale tra Orlando Festival, Rosendal Teater e FemArt Festival – è  stata una delle19 vincitrici del bando europeo Perform Europe, e al momento è tra le 11 vincitrici/vincitori dell’undicesima edizione dell’Italian Council e del progetto Europeo Stronger Peripheries -Southern Coalition.  Il progetto è stato finora realizzato a Parigi, Amsterdam, Bologna e Imola, Bergamo, Trondheim, Pristina, Milano.

Valentina Medda, in cosa consiste il progetto?

«Cities by Night è un progetto partecipativo site-specific sulla percezione del pericolo da parte delle donne nello spazio urbano. Le donne stanno esplorando le strade dei quartieri di San Michele e Is Mirrionis, partendo dalla sede del centro antiviolenza, vagando da sole al tramonto, evitando di attraversare le zone in cui si sentono a disagio. Il risultato delle loro passeggiate sono diverse "Cities by Night": mappature/percorsi che ridisegnano i confini della città attraversata. Apparentemente raffiguranti un'esperienza meramente personale, i confini – geografici, fisici, emotivi e politici – mostrano come non solo il genere ma anche le convinzioni condivise, i pregiudizi e il background culturale plasmino, ridefiniscano e contraggano lo spazio urbano e il nostro accesso ad esso».

Quale vuole essere l’obiettivo?

«Ogni donna ridisegna la topografia della città, ridefinendone i confini attraverso il proprio corpo situato e la propria esperienza fisica del luogo, ma anche attraverso il proprio background culturale, la propria condizione economica, le proprie convinzioni e i propri pregiudizi interiorizzati. Le donne che partecipano al progetto hanno estrazioni sociali diverse, alcune sono cagliaritane, altre straniere, ci sono studentesse, impiegate e docenti. Insomma, abbiamo a disposizione tante varietà di prospettive».

Dove porterà il percorso?

«L'esperienza di ogni donna sarà tradotta in una performance, una passeggiata guidata in cui lei stessa condurrà una persona per volta, lungo il percorso creato. Le camminate finali avranno una durata di 22 minuti circa. Le performance sono previste il  24, 25 e 26 marzo, in due repliche, la prima alle 21 e la seconda alle 22».

Chi è Valentina Medda?

«Sono un'artista interdisciplinare sarda che attualmente vive e lavora a Bologna. La mia pratica artistica si snoda tra immagine, performance e interventi site specific, indagando la relazione tra pubblico e privato, corpo e architettura, città e appartenenza sociale. Il mio lavoro è stato in mostra in diversi contesti nazionali e internazionali, da Bologna, Milano, Cagliari a Parigi, New York, Beirut, Brussels e Amsterdam, ospite sia di gallerie che di festival di Performing Arts –tra questi il Festival di Santarcangelo, L'Auawirleben di Berna,  L'Openbare Werken di Gent, Danza Urbana a Bologna».

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