Cagliari, il tunnel mai completato: “un’astronave” senza vita da vent’anni
Immaginato per “cucire” due quartieri, snellendo il traffico delle auto, il passaggio di Tuvumannu è invece un’incompiuta diventata simbolo del degradoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un luogo noto, ma dimenticato. Un’opera costata cara, circa 20mila euro al metro. Una ferita aperta nel tessuto urbano di Cagliari, un simbolo di eccellenza divenuto totem del degrado. Nella lista della Regione delle grandi opere pubbliche incompiute in Sardegna c’è anche Cagliari con il tunnel di Tuvumannu: seicento metri a quattro corsie già realizzati, a dieci metri da terra che avrebbero dovuto alleggerire il traffico delle auto che si spostano dalla zona degli ospedali verso viale Trieste e la zona ovest della città, togliendo dall’isolamento i residenti di via Castelli. Un’opera che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto cucire quartieri, il passato e il futuro, la realtà e l'immaginazione. Tutto bene. E invece. Questo grande sogno si è trasformato, dopo vent’anni, in un incubo: degrado ed emarginazione. Il tunnel, infatti, è come un'astronave atterrata davanti a bottiglie rotte e abbandono, davanti a residenti (di via Castelli) smarriti in una confusione dolorosa e immonda. “Colpa” dei vincoli del Ppr imposti dalla Regione, nel 2006, che hanno bloccato tutto, si potrebbe dire. E che oggi, con la trasformazione della città, sempre più declinata verso una mobilità sostenibile, nessuno (giustamente) vuole più.
Il futuro. Il paradosso è che il progetto del tunnel, pensato per migliorare le condizioni della zona, per collegare il quartiere di Tuvumannu al resto della città, ha finito per diventare un boomerang. Perché da quando è stato interrotto, la zona è preda del degrado e i residenti sono ancora più isolati di prima. Mai completato e senza manutenzione. Per questo motivo le pareti risultano deteriorate e intrise di infiltrazioni. L’obiettivo, adesso è recuperarlo. Ma come? Bisognerà aspettare il Puc, che l’amministrazione comunale intende adottare all’inizio del nuovo anno, e capire cosa vorrà fare il Consiglio comunale. Ci sono alcune possibili ipotesi, per ora soltanto tali.
Bisogna verificare se quella strada ha ancora un valore trasportistico e possa quindi essere completata, e questo è lo scenario meno probabile e certamente anche più costoso. Si potrebbe allora valutare una nuova viabilità più modesta, a servizio del quartiere? Magari utilizzando delle rampe d’accesso e di risalita per le auto che significherebbe sfruttare almeno il tratto oggi realizzato. Oppure utilizzare la parte già realizzata per creare parcheggi o esercizi per il quartiere, attività commerciali per intendersi. Qualche decisione andrà presa. E spetta al Comune farlo.
Gli ambientalisti, che hanno sempre visto con favore il blocco dell’opera. Hanno sempre sostenuto che non solo la parte già costruita non serve più ma sarebbe inutile spendere altre risorse pubbliche (12 milioni di euro era il finanziamento complessivo) per rilanciare il tunnel.