E pensare che la grana peggiore, quella dei 737 max 8, bloccati negli hangar di tutto il mondo dopo i disastri in Indonesia e Etiopia, sembrava ormai passata: l'Easa - European Union Aviation Safety Agency - ha da poco dato l'ok definitivo alla ripresa del servizio dell'aereo, con un software opportunamente modificato e sottoposto ad approfondite manutenzioni dopo i disastri del 2019. Ma ecco che per la Boeing, industria aeronautica statunitense con un fatturato di 76 miliardi di dollari, arriva una nuova tegola. Stavolta sui gloriosi 777, protagonisti di un altro incidente, per fortuna senza vittime. Il motore Pratt&Whitney Pw 4000-112, montato su alcuni di questi bestioni dei cieli, si è incendiato in aria mentre un volo della United Airlines attraversava il Colorado, facendo precipitare pezzi sulla città di Denver. Ora tutti gli aerei su cui sono installati motori uguali dovranno essere fermati e ispezionati con una procedura d'emergenza. Sono 128 in tutto il mondo. Lo stop però non riguarderà Alitalia: i dodici 777 che risultano nella flotta della compagnia italiana sono tutti equipaggiati con motori General Eletric, come ricorda il sito Az fleet. I Pw 4000 sono invece installati nei Boeing che fanno parte del parco velivoli di quattro compagnie aeree: le giapponesi Ana e Jal, la sudcoreana Asiana Airlines. E, ovviamente, l'americana United Airilines, protagonista dell'ultimo incidente. Il volo era partito da Denver e diretto ad Honolulu: il motore, come testimoniano le impressionanti immagini registrate da alcuni dei passeggeri, ha preso improvvisamente fuoco subito dopo il decollo. Il panico lo possiamo solo immaginare. Tutto è terminato solo quando il Boeing è riuscito con un atterraggio di emergenza a planare nuovamente sulla pista dello scalo di Denver, utilizzando un solo motore. Nessun ferito tra i 231 passeggeri e i 10 membri dell'equipaggio. A terra invece il caos: migliaia di frammenti e alcuni grossi rottami sono precipitati sul centro abitato alla periferia della città del Colorado, piombando in strada o nei giardini delle abitazioni. Anche in questo caso però non c'è stato miracolosamente alcun ferito, solo tanta paura.

Un nuovo intoppo per Boeing, che ha chiuso il 2020 con un rosso di 11,9 miliardi di dollari. Gran parte delle perdite sono legate allo stop del progetto per il 777X, l'aereo a doppio corridoio che dovrebbe prendere il posto del 747 e che ora dovrebbe essere consegnato a partire dalla fine del 2023.

Intanto il 737 Max è stato dichiarato "sicuro" e può tornare a volare anche in Europa, a quasi due anni dal doppio incidente in Indonesia ed Etiopia. L'Easa ha annunciato il via libera in una nota, arrivata dopo una decisione analoga delle autorità omologhe di Usa, Brasile e Canada. "Dopo un'analisi approfondita abbiamo stabilito che il velivolo può tornare in servizio in sicurezza", spiega nel comunicato ufficiale Patrick Ky, direttore esecutivo di Easa. Il principale colpevole dei due incidenti è il Mcas, il sistema informatico anti-stallo che riceveva le informazioni da un solo sensore esterno. In entrambi i casi, come hanno accertato le inchieste, il sensore ha ricevuto dati sbagliati portando il software a far precipitare i 737 Max poco dopo il decollo. I piloti hanno cercato di recuperare quota: quelli di Lion Air non sapevano nemmeno dell'esistenza del Mcas, mentre quelli etiopi conoscevano il sistema, ma questo richiedeva una forza fisica tale che sarebbe stato impossibile per i piloti riportare su il muso.

E ora? Nel dicembre del 2019 Boeing aveva annunciato la sospensione della produzione di tutte le varianti del 737 Max a partire da gennaio 2020. Salvo poi rendere nota la volontà di riprenderla e per costruire 31 esemplari al mese entro il 2021.
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