Aggrappata ai suoi servizi essenziali e in lotta per avere i medici di base nei paesi; sulle barricate per difendere il proprio ospedale e nella morsa del caro energia; costretta ad alzare la guardia perché su tribunale e carcere ogni tanto soffia se non proprio il vento la brezzolina di una possibile soppressione. L’Ogliastra bella e selvaggia, ricca e cassintegrata, sovrana e sottomessa (siano consentiti più ossimori) vede avvicinarsi il Natale tra speranze e disillusioni e i sindaci sotto l’albero vorrebbero regali diversi ma uguali. Primo fra tutti il diritti sacrosanto all’esistenza delle proprie comunità.

Davide Burchi, primo cittadino di Lanusei, parte dal futuro (digitale) senza tralasciare il presente. “Vorrei due regali. Il primo è il termine dei lavori della fibra ottica e l'attivazione della connessione veloce: i lavori sono stati compiuti al 95% e manca davvero poco per l'ultimazione dell'opera ma nonostante i solleciti non vediamo la fine. La fibra è indispensabile per la competitività delle aziende ma anche per le esigenze quotidiane. Il secondo regalo non è per i lanuseini ma per gli ogliastrini: la riapertura del punto nascite, è inaccettabile e scandaloso che non si ponga rimedio alla situazione, gli ogliastrini hanno il diritto (lui lo scrive tutto maiuscolo, ndr) di nascere in Ogliastra. Continueremo a batterci finché questi due obbiettivi non saranno raggiunti. Speriamo che Natale sia Natale e ci aiuti a raggiungerli”.

Davide Burchi, sindaco di Lanusei (archivio L'Unione Sarda)
Davide Burchi, sindaco di Lanusei (archivio L'Unione Sarda)
Davide Burchi, sindaco di Lanusei (archivio L'Unione Sarda)

A Tortolì Massimo Cannas si avvale del beneficio della sintesi: “Il lavoro – dice – costituisce il primo obiettivo. A Natale vorrei poi in dote la possibilità di aumentare i servizi ai giovani e alle fasce più deboli”.

Massimo Cannas, sindaco di Tortolì (archivio L'Unione Sarda)
Massimo Cannas, sindaco di Tortolì (archivio L'Unione Sarda)
Massimo Cannas, sindaco di Tortolì (archivio L'Unione Sarda)

L’incentivo perché i giovani trovino allettante restare in Ogliastra è un’esigenza condivisa da Stefano Monni, primo cittadino di Baunei. “Vorrei - chiarisce - che ognuno dei miei compaesani, di qualsiasi età, si sentisse sempre più parte attiva della comunità baunese. La costante crescita del paese aumenta l’esigenza di unire sempre di più gli interessi privati con le aspettative comuni a tutti i baunesi. In quest’ottica, anche quest’anno vorrei che tanti baunesi prendessero la decisione di rientrare nella nostra comunità, così da mettere a disposizione di tutti le preziose esperienze personali e professionali acquisite in giro per il mondo”.

Stefano Monni, sindaco di Baunei (archivio L'Unione Sarda)
Stefano Monni, sindaco di Baunei (archivio L'Unione Sarda)
Stefano Monni, sindaco di Baunei (archivio L'Unione Sarda)

È soprattutto una questione di qualità della vita “che  resta alta solo potenzialmente – osserva Carlo Lai, sindaco di Jerzu – nei paesi dell’Ogliastra. Da anni oramai non lo è di fatto perché non sono garantiti due diritti fondamentali: il diritto alla salute e il diritto alla mobilità. È evidente quanto il primo, con ospedale e medicina territoriale al collasso, sia totalmente leso e quanto il secondo continui ad essere un male atavico che impedisce di derubricare a luogo comune l’adagio di “Ogliastra isola nell’isola”.

Carlo Lai, sindaco di Jerzu (archivio L'Unione Sarda)
Carlo Lai, sindaco di Jerzu (archivio L'Unione Sarda)
Carlo Lai, sindaco di Jerzu (archivio L'Unione Sarda)

La negazione di questi due diritti produce effetti nefasti su altri diritti, quello all’istruzione, ad esempio, dove il dramma demografico che l’Ogliastra vive è destinato a reiterarsi senza soluzione di continuità in centri di duemila anime in cui nascono meno di 10 bambini l’anno.Va da sé che in questo contesto di contingenze e responsabilità anche il diritto al lavoro resti sempre più una chimera in un territorio senza competitività e prospettive. Un cane che si morde la coda, un destino segnato cui l’Ogliastra vorrebbe sottrarsi. Questo chiederei a babbo Natale prestandomi al gioco allegorico, ma in realtà è alle istituzioni che mi rivolgo, piuttosto. Un sindaco non sarebbe un buon sindaco se non si occupasse prioritariamente delle questioni riguardanti la salute e la protezione sociale dei concittadini. Del loro diritto, appunto, alla mobilità, all’istruzione, al lavoro. Non smetterò di esercitare la mia funzione di controllo, proposta, e rivendicazione nei confronti delle aziende sanitarie, di quelle scolastiche, del livello regionale e di quello nazionale”.

Giacomo Pani (Cardedu) va subito alla questione irrisolta che agita maggiormente la propria comunità. “Vorrei – è il suo auspicio – che la scuola Ferrai, chiusa dal 2019 – possa avere il finanziamento chiesto al Ministero attraverso Iscol@, oltre tre milioni di euro. La speranza è che i 210 bambini che frequentano le scuole a Cardedu possano tornare nelle loro aule, chiuse da tre anni perché l’edificio è inagibile. Siamo interessati a questo progetto e aspettiamo risposte. Noi come Comune, intendo la precedente amministrazione e l’attuale, abbiamo fatto quanto di nostra competenza”.   

Giacomo Pani, sindaco di Cardedu (archivio L'Unione Sarda)
Giacomo Pani, sindaco di Cardedu (archivio L'Unione Sarda)
Giacomo Pani, sindaco di Cardedu (archivio L'Unione Sarda)

Le problematiche all’istruzione preoccupano quanto quelle legate al sociale.  “Parto dal presupposto – esordisce Lodovico Piras, neo sindaco di Girasole che è già da tempo che mi sono reso conto che nelle nostre comunità (Girasole non fa eccezione) si sono amplificati in maniera preoccupante i problemi sociali. Purtroppo ci sono tante famiglie in grossa difficoltà, soprattutto dal punto di vista economico, a causa degli aumenti spropositati del prezzo dell’energia ma non solo. Credo che l’esigenza più importante sia quella di acquisire nuovamente il senso di appartenenza alle nostre comunità, solo così ci accorgiamo delle persone che stanno male a due passi da noi e possiamo intervenire. Da amministratore (ma sarebbe un discorso generalizzato che dovrebbero fare tutte le democrazie moderne) si dovrebbe lavorare tantissimo soprattutto nel diminuire le diseguaglianze. Da sindaco, il regalo che auguro ai miei concittadini è salute, serenità e amore per il prossimo. Con questi ingredienti si possono sorpassare i momenti tristi che le nostre comunità vivono attualmente”.

Lodovico Piras, neo sindaco di Girasole (archivio L'Unione Sarda)
Lodovico Piras, neo sindaco di Girasole (archivio L'Unione Sarda)
Lodovico Piras, neo sindaco di Girasole (archivio L'Unione Sarda)

Giampietro Murru (Ilbono) invoca una stagione di nuova prosperità. “Per i miei compaesani – dice - auspico che sia un Natale ricco di serenità familiare  e povero di complicazioni  inerenti la propria salute, spero che migliori la situazione economica in alcuni nuclei familiari  e che vengano risolte  soprattutto per le numerose imprese artigianali e commerciali  presenti nel territorio le problematiche inerenti il "caro energie" che ne stanno  minando la propria esistenza.   Spero che  Babbo  Natale  porti un bel lavoro  alle numerose persone  che sono alla ricerca di un' occupazione   e ricordi di riempire  le casse del Comune per consentire  di migliorare i servizi da erogare ai cittadini ilbonesi”.

Giampietro Murru, sindaco di Ilbono (archivio L'Unione Sarda)
Giampietro Murru, sindaco di Ilbono (archivio L'Unione Sarda)
Giampietro Murru, sindaco di Ilbono (archivio L'Unione Sarda)

Le scarse risorse finanziarie di cui dispongono i piccoli comuni costituiscono sen’zaltro un freno alle prospettive di progresso. Per questo Vitale Pili (Elini), per la sua comunità e per le altre gradirebbe che si mettesse fine fine ai calcoli ragionieristici e le istituzioni sovracomunali intraprendessero “una seria politica di rilancio delle zone interne, non solo con spot periodici, ma con una pianificazione dettagliata e a lungo termine, turistico-culturale ed energetica. Vorrei che alla base di ogni pianificazione ci fosse la nostra identità e la sua tutela, al passo con i tempi e non in chiave anacronistica; una connessione alla rete al passo con le migliori tecnologie, in modo da fare assaporare quanto nei nostri territori si possa lavorare con una altissima qualità della vita; una vera continuità territoriale, dove raggiungere, in poche ore e a prezzi modici tutte la maggior parte delle città italiane ed europee; un’istruzione meno burocratizzata del corpo docente e più a misura di bambino/a e ragazzo/a, in collaborazione con l’intera comunità; la valorizzazione e formazione degli insegnanti, punto fondamentale per la crescita di una comunità; la diversificazione della formazione e la sua flessibilità al passo con i tempi e le tendenze del mercato, in particolare modo quello legato alla valorizzazione dei nostri territori in chiave turistico – culturale. Ferma restando sempre secondo Pili la necessità di avere garantita l’assistenza sanitaria di base”.

Vitale Pili, sindaco di Elini (archivio L'Unione Sarda)
Vitale Pili, sindaco di Elini (archivio L'Unione Sarda)
Vitale Pili, sindaco di Elini (archivio L'Unione Sarda)

L’attualità è anche l’impennata di del costo della vita. “Un dono di Natale ideale – sostiene Cesare Mannini, Lotzorai – sarebbe un ritorno alla normalità dei prezzi dell’energia elettrica e dei combustibili; di modo da restituire, già a far data da questo Natale, serenità e potere di acquisto a famiglie, imprese ed anche al comune, altrimenti costretto a importanti tagli su servizi e investimenti”.

Cesare Mannini, sindaco di Lotzorai (archivio L'Unione Sarda)
Cesare Mannini, sindaco di Lotzorai (archivio L'Unione Sarda)
Cesare Mannini, sindaco di Lotzorai (archivio L'Unione Sarda)

A Triei la sindaca Anna Assunta Chironi torna agli anni della pandemia: “Pensavo  e speravo, per la mia comunità, che questo Natale fosse quello della rinascita, del riscatto dopo due anni terribili che hanno sconvolto le nostre vite e rivisto tutte le nostre priorità. Invece ci ritroviamo a fronteggiare  una nuova emergenza data dalla crisi energetica, che ha  ripercussioni sociali e economiche e sta mettendo in ginocchio le poche attività produttive. Cosa chiedo per la mia comunità? La forza di resistere, il coraggio di andare avanti nonostante tutto. Chiedo una sanità che funzioni veramente, il diritto di essere curato e di nascere in Ogliastra. Chiedo infrastrutture affinché venga superato l’atavico problema dell’isolamento. Aiuti per superare questa crisi.Triei è un paese di poco più di mille abitanti in lotta contro lo spopolamento, la fuga dei giovani, la mancanza di lavoro. Sono prioritarie quindi politiche che ci permettano di credere che abitare nei piccoli centri ha ancora un senso. Io ci credo e il forte senso di comunità che c'è a Triei me lo conferma e mi fa andare avanti nella mia attività amministrativa e lottare per mantenere i servizi”.

Anna Assunta Chironi, sindaca di Triei (archivio L'Unione Sarda)
Anna Assunta Chironi, sindaca di Triei (archivio L'Unione Sarda)
Anna Assunta Chironi, sindaca di Triei (archivio L'Unione Sarda)

Alla sua vice Tiziana Murru la letterina finale a Babbo Natale: “Se avessimo il potere di realizzare i desideri, il primo che vorrei soddisfare è quello di garantire un sistema sanitario efficiente. Che fosse tale da non costringere i nostri concittadini, sempre più anziani,  ad affrontare viaggi della speranza. Parlo mentre accompagno mia suocera, affetta da gravi patologie, in un ospedale del cagliaritano. Mi piacerebbe che alle petizioni di principio seguissero i fatti, che la lotta allo spopolamento fosse accompagnata da azioni concrete, volte a garantire nei piccoli centri quei servizi essenziali sempre più in bilico. La sanità ridotta al lumicino, le nostre scuole che devono fare costantemente i conti con i numeri per continuare a esistere, le Poste che riducono i giorni di apertura al pubblico, i piccoli negozi che chiudono i battenti, sono solo alcune delle problematiche che i nostri paesi si trovano ad affrontare. E, in questo quadro desolante, gli amministratori cercano risposte e soluzioni, spesso difficili da individuare. Sotto l'albero di Natale sarebbe bello trovare maggiore coesione tra le diverse comunità ogliastrine, per poter far fronte comune a problemi che ci avvicinano così da attuare soluzioni condivise”.

Tiziana Murru, vice sindaca di Triei (archivio L'Unione Sarda)
Tiziana Murru, vice sindaca di Triei (archivio L'Unione Sarda)
Tiziana Murru, vice sindaca di Triei (archivio L'Unione Sarda)
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