«Il tennis mondiale ha salutato nel 2022 due fenomeni come Roger Federer e Serena Williams, unici e irripetibili. Ma saprà andare avanti. Con nuovi volti, nuovi campioni. Perché è uno sport sempre più internazionale e sempre in evoluzione».

Paolo Bertolucci, 71 anni, braccio d’oro della nazionale campione del mondo nel 1976, unica vittoria in Davis delle racchette azzurre, oggi fa il commentatore di tennis su Sky. Voce tecnica apprezzata perché competente ed entusiasta: la persona giusta per valutare il 2022 e spiegare l’anno (tennistico) che verrà.

Paolo Bertolucci (foto archivio Us)
Paolo Bertolucci (foto archivio Us)
Paolo Bertolucci (foto archivio Us)

Federer ha lasciato orfani gli appassionati.

«Era nell’aria, purtroppo, la carta d’identità ha presentato il conto, ha fatto di tutto per rinviare il più a lungo il suo ritiro, ha sofferto tanto sino alla fine».

Novak Djokovic (foto Ansa)
Novak Djokovic (foto Ansa)
Novak Djokovic (foto Ansa)

Il prossimo sarà Nadal?

«Prima o poi dovrà accadere, gli appassionati devono metterlo in conto facendo soprattutto una considerazione: per 15 anni abbiamo vissuto una stagione irripetibile con fuoriclasse come Federer, Nadal e Dijokovic, capaci di battere qualsiasi record e di interpretare un tennis fantastico. Tra l’altro Nadal oggi è numero due al mondo dietro Alcaraz e Djiokovic a mio avviso è ancora il più forte di tutti, quest’anno si è penalizzato da solo con le sue scelte no vax riguardo al Covid, Quindi andiamoci piano con i “de profundis”».

Roger Federer e Rafael Nadal nel match di addio del tennista elvetico (EPA/ANDY RAIN)
Roger Federer e Rafael Nadal nel match di addio del tennista elvetico (EPA/ANDY RAIN)
Roger Federer e Rafael Nadal nel match di addio del tennista elvetico (EPA/ANDY RAIN)

Il tennis va comunque avanti, diceva.

«Alcaraz è esploso, è giovane, talentuoso, rappresenta il futuro. Ci sono poi Medvedev, Zverev, Tsitsipas, quest’anno è spuntato un norvegese, Ruud, magari in futuro ai vertici arriverà che ne so un indonesiano perché il tennis è sempre più internazionale. È uno sport in salute, in crescita, sta superando senza traumi anche l’addio di Federer e Serena».

Gli appassionati italiani sperano anche nelle racchette azzurre.

«E fanno bene».

Matteo Berrettini e Yannik Sinner
Matteo Berrettini e Yannik Sinner
Matteo Berrettini e Yannik Sinner

Un italiano vincerà uno slam nel 2023?

«Difficile dirlo. Quest’anno Berrettini e Sinner hanno pagato sul piano fisico gli sforzi e gli infortuni. Quello che ha più possibilità di aggiudicarsi un torneo “major” a mio avviso è Berrettini sull’erba, su quella superficie è tra i primi tre-quattro al mondo, ha già giocato una finale a Wimbledon persa contro Djiokovic e ha vinto due volte il Queen’s. Negli altri tornei dello Slam è più difficile per lo stesso Berrettini o per Sinner, l’altro italiano vicino al top. Perché su cemento e terra ci sono otto-dieci giocatori da battere, è più complicato».

Sinner è il futuro?

«Sì, ma deve lavorare sul fisico. Gli mancano ancora due-tre anni per essere al top, per vincere di seguito uno dopo l’altro sette incontri tre set su cinque. Bisogna guardare l’esempio di altri giocatori ai vertici: Zverev quattro-cinque anni fa aveva le gambe fini fini, poi con il lavoro in palestra è cresciuto fisicamente ed è diventato più competitivo. È la strada che devono seguire i nostri».

Lorenzo Musetti ((EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON)
Lorenzo Musetti ((EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON)
Lorenzo Musetti ((EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON)

Allude anche a Musetti?

«Musetti è il talento più puro del tennis italiano ed è anche il più giovane. Ma deve programmarsi meglio: quest’anno ha giocato troppo inseguendo punti Atp dappertutto e si è allenato poco. Sono comunque ottimista».

 Gli infortuni di Berrettini e Sinner hanno penalizzato la squadra di Coppa Davis azzurra.

«Sì, ma l’Italia è stata penalizzata anche dalla formula, a ben vedere. La nuova Coppa Davis con le finali in sede unica, due singolari e un doppio giocati nello stesso giorno al meglio dei tre set, e soprattutto il doppio considerato nei tornei normali una scocciatura e disertato dai big, che vale il 33 per cento dei punti disponibili, diventa un terno al lotto. Ha vinto il Canada che è stato ripescato al posto della Russia esclusa a causa della guerra contro l’Ucraina. E i canadesi non sono i migliori, la Spagna si è presentata senza Alcaraz e Nadal, gli Usa erano già in vacanza. Ai miei tempi i match tre set su cinque, 4 singolari incrociati il venerdì e la domenica, il doppio di sabato, garantivano che alla fine vincesse sempre la squadra più forte>.

Il 2022 per gli appassionati è stato anche l’anno della serie tv la Squadra sulla vostra vittoria in Davis nel 1976.

«Io non amo parlare del passato, avevo messo nel dimenticatoio immagini, pensieri, sensazioni che ho invece ho riscoperto volentieri. Era stata una vittoria dimenticata dagli italiani, siamo stati campioni del mondo quasi di nascosto, in incognita, come se avessimo rubato qualcosa, colpa di questioni politiche slegate a mio avviso dallo sport. Eravamo rientrati a Roma semi clandestinamente, ci hanno premiato un anno dopo. Alla fine la serie tv ci ha restituito tanti anni dopo quello che si era stato tolto nel 1976».

© Riproduzione riservata