La rivoluzione meno celebrata è anche una di quelle che ha cambiato di più la vita delle persone. Un quarto di secolo fa (era il 24 agosto 1995) Microsoft metteva in commercio il suo nuovo sistema operativo Windows 95: da quel momento, il nostro rapporto col computer non sarebbe stato più lo stesso. Senza inventare niente di veramente inedito, con quella operazione l'azienda di Bill Gates ha reso addomesticabile - anche dai non esperti - quell'oggetto misterioso con cui un po' tutti stavano iniziando a familiarizzare.

Fino ad allora, l'utilizzo domestico dei terminali si stava evolvendo con una certa lentezza. Si fermava nella maggior parte dei casi ai videogiochi, o a semplici programmi di videoscrittura: come se fossero, in sostanza, poco più che delle super macchine per scrivere. Sicuramente più comode e intelligenti, ma anche troppo costose per una funzionalità così limitata. "Invece Windows 95 fu la democrazia applicata al computer, che divenne uno strumento alla portata di tutti", sintetizza Gianni Fenu, docente di Informatica e prorettore per l'Ict all'Università di Cagliari. "L'uso generalizzato da parte dei singoli, il personal computer come lo conosciamo adesso, di fatto non esisteva. C'erano già i sistemi di facile utilizzo, quelli della Apple. Ma erano molto costosi, pochi utenti potevano permetterseli".

LA APPLE - Già, la Apple. È fatale finire a parlare dell'azienda di Steve Jobs (anche se nel 1995 lui ne era momentaneamente fuori) ogni volta che si ripercorre la storia della Microsoft, e viceversa. Come del resto non si può raccontare Coppi senza Bartali, Borg senza McEnroe. A maggior ragione se l'argomento è Windows 95 (che molti, per tirarsela un po', pronunciavano "naintifàiv"): perché la sua uscita, spinta da una fortissima campagna promozionale, fu accolta da una contro-campagna ideata proprio dai rivali della Apple, che è passata alla storia dell'advertising. Una sorta di pubblicità comparata, ma all'insegna di una graffiante ironia.

Da Cupertino decisero di rispondere alla sfida della Microsoft con delle pagine a pagamento, sul Wall Street Journal e altri grandi quotidiani americani, che esprimevano finte congratulazioni all'azienda rivale. In realtà, il senso di quelle pubblicità era: bravi, finalmente anche voi siete arrivati là dove noi eravamo già da tempo. Quasi un'accusa di plagio.

PRESA IN GIRO - In una di quelle pagine, firmata in basso con il logo della mela morsicata (all'epoca multicolore), la presa in giro era diretta: "Windows 95 - vi si leggeva - ti permette di usare più di otto caratteri per nominare i file; di collocare un file dove vuoi sul desktop; e ha un cestino che puoi aprire per tirare fuori di nuovo le cose che ci sono dentro". Novità per Microsoft, ma presenti da anni sui computer Macintosh. E infatti la pagina pubblicitaria finiva con lo slogan "Imagine that", che suona un po' come un beffardo: "Accipicchia, ci credereste?" La parte più celebre e geniale di quella contro-campagna consiste in una pagina quasi completamente bianca con una semplice scritta: C:\ONGRTLNS.W95, e il solito simbolo della mela in basso. Criptica per molti, ma in realtà un piccolo capolavoro di riferimenti scherzosi, e sprezzanti, al nuovo prodotto della concorrenza. Al primo livello di lettura, suona come "Congratulations Windows 95". Ma la parola "congratulazioni" liofilizzata in otto lettere alludeva appunto alla limitazione che caratterizzava fin lì i nomi dei file nei sistemi Microsoft. "W95" dopo il punto era una parodia della cosiddetta "estensione" dei file. E l'iniziale C:\ ricordava la riga di prompt, in cui nel sistema Ms-Dos di Microsoft bisognava scrivere i comandi di avvio.

Oggi neppure ce ne ricordiamo più, ma fu proprio W95 (con l'innovazione del tasto Start) a mandare definitivamente in archivio quel passaggio fin lì obbligato. "Una delle cose che resero più immediato l'utilizzo del computer fu la cosiddetta interfaccia grafica", ricorda il professor Fenu: in parole povere, la possibilità di avviare un programma o aprire un file cliccando semplicemente su un'icona. Senza dover impartire alla macchina complicate istruzioni scritte, attraverso linguaggi che solo pochi smanettoni padroneggiavano davvero. Con Apple era la normalità, e in realtà era già apparsa nei precedenti sistemi Microsoft.

RIVOLUZIONE - "Ma la vera rivoluzione arrivò con Windows 95, che si portava dietro innovazioni enormi", prosegue Fenu, fin dagli anni '80 testimone diretto dell'evoluzione pionieristica dei computer. "Il tasto Start consente di partire, vedere le applicazioni disponibili, aprire le varie finestrelle. Si introduce un sistema di ricerca veramente eccezionale, con le cartelle e i file al loro interno: prima invece c'era un prompt in cui dovevi digitare tutto il percorso nei vari sottosistemi per trovare un file, e se non ricordavi dove l'avevi messo eri costretto a tornare indietro lungo i rami e riprovare. Non solo: nelle sue versioni successive Windows 95 ha aperto la strada a una connettività più semplice, e poi ha introdotto il Plug and play, che evitava di dover configurare una per una tutte le porte di interfaccia esterne, per collegare la stampante o altre periferiche. E portando tutto questo su macchine molto meno costose, ha consentito lo sviluppo di un nuovo mercato". Apple, osserva l'esperto, non aveva torto a rivendicare di essere arrivata prima su molte funzioni. Ma alla fine quella battaglia l'hanno vinta i rivali (la guerra forse no, visti i clamorosi successi di Cupertino dopo il ritorno di Steve Jobs). A volte la fortuna commerciale non sorride tanto a chi apre una strada nuova, quanto a chi sa percorrerla meglio: la stessa Apple era stata preceduta da Xerox nello sviluppo dell'interfaccia grafica.

"D'altra parte Microsoft, prima di elaborare Windows 95, aveva studiato a fondo la concorrenza, analizzando anche ciò che chi possedeva un Mac non trovava utile. E poi, in quel contesto molto competitivo, era normale un'osmosi di conoscenze, anche per via di un mercato del lavoro molto fluido per i project manager". Sarebbe comunque sbagliato credere che il nuovo nato della casa di Bill Gates fosse una mera riproduzione di idee altrui, senza originalità: "Dietro quella versione di Windows c'è il lavoro di professionisti con competenze molto varie", spiega Gianni Fenu, "non solo informatici ma anche esperti di grafica, comunicazione, psicologia, filosofia, teoria del linguaggio, uniti per trovare una formula davvero iconica".

L'ULTIMA BEFFA - Quando Apple reagì con quelle pubblicità basate su un'ironia tagliente, in realtà "fece capire di essere molto preoccupata per quello che stava accadendo. Da quel momento, i suoi prodotti sarebbero diventati ancor più di nicchia". Ma una nicchia dorata. E comunque Apple si sarebbe presa una piccola rivincita su Windows 95. Una delle caratteristiche del sistema operativo era la musica d'avvio, firmata da Brian Eno. Anni dopo, il compositore confessò di averla creata su un computer Macintosh: "Mai usato un pc, non mi piacciono". L'ultima beffa della Mela.
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