Un tango che accende Monte Mixi: è Marco Giordano il trascinatore della Confelici
A Cagliari, da tempo, non si vedeva un giocatore cosìPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A Cagliari, da tempo, non si vedeva un giocatore così. Uno capace di far alzare un palazzetto in piedi, applaudire, sognare. Uno che gioca a basket come si danza il tango: tra finte ipnotiche, eleganza naturale e colpi da fuoriclasse. Marco Giordano, argentino di Rosario, ha stregato Monte Mixi. Lo ha fatto con 35 punti in Gara 2 contro Matelica, ma soprattutto con la leggerezza potente di chi fa sembrare facile anche l’impossibile.
«È stata una partita molto emotiva», ha raccontato, «tra le mie migliori di sempre». E si è visto. Il pubblico dell’Esperia gli ha restituito affetto e gratitudine. Una standing ovation da brividi. I bambini in fila per un selfie, gli adulti che lo salutano come si saluta uno di famiglia. E in fondo, lo è diventato.
Cagliari ha trovato il suo numero dieci. L’uomo che ha acceso una stagione che doveva essere di transizione e adattamento verso l'alto livello della B Interregionale. Perché tre mesi fa, la finale playoff era solo un miraggio: cinque sconfitte su sei nella Poule Gold. Poi, qualcosa è cambiato. Il gruppo si è cementato, il gioco è cresciuto, la fiducia ha preso il posto della paura. Nove vittorie e solo due passi falsi da metà marzo in avanti. Superate Carver e Matelica, entrambe con la gara decisiva in trasferta. Adesso manca solo l’ultimo scalino. Due partite per un sogno chiamato Serie B Nazionale.
Giordano è stato la scintilla, ma intorno a lui si è acceso il fuoco. Lo aveva detto anche coach Manca: “Poco alla volta, per farlo esplodere al momento giusto”. Ora è il momento. E l’onda emotiva che lo circonda è travolgente. «Qui ho trovato persone speciali – racconta – che hanno fatto di tutto per mettermi nelle condizioni migliori. Quando succede questo, in campo diventa tutto più semplice».
Il destino ha voluto che fosse proprio lui, dopo un grave infortunio e un anno di stop, a rinascere in Sardegna. Grazie anche ai consigli di Carlos Prunes – lo stesso che un giorno scoprì un certo Manu Ginobili – l’Esperia ha scommesso su un talento dimenticato. Oggi raccoglie i frutti.
In attesa di conoscere l’avversaria in finale – domenica si deciderà tra Stella Ebk Roma e Loreto Pesaro – il pensiero va già avanti. «Le conosciamo entrambe, ma le finali sono un altro sport. Sarà una guerra, e ogni dettaglio conterà». Anche il fattore campo, che in caso di Stella sarebbe a favore dei rossoblù. «Giocare davanti ai propri tifosi dà una spinta. Non basta da sola, ma fa la differenza».
Il futuro? «Non ci ho pensato», sorride, «sono concentrato sul presente, ma qui sto benissimo. Rosario e Cagliari si somigliano. Stesso calore, stessa passione. Alla Domus ho visto il Cagliari vincere 4-1: magari ho portato fortuna».
La verità è che la fortuna, questa città, ce l’ha già: si chiama Marco Giordano. E oggi, tutto il basket cagliaritano balla al ritmo del suo tango.