È stato un ottimo pugile Riccardo D'Andrea, 35 anni, calabrese e casertano di adozione, una laurea in scienze della nutrizione. Ma è anche uno dei dei tecnici della Nazionale azzurra di pugilato. Uno dei preparatori quindi di Federico Serra, il boxeur turritano che ieri, nella semifinale dei Giochi Europei di Cracovia (car 51 kg), si è visto assegnare dalla giuria un verdetto ingiusto, che lo ha privato della finale e soprattutto (per ora) del pass per le Olimpiadi di Parigi 2024.

Già altre volte a livello internazionale a Serra sono stati assegnati verdetti a dir poco controversi. Ma questo inatteso stop è duro da digerire. Tuttavia Riccardo D'Andrea è fiducioso nella ripresa del suo pupillo.

«Ieri Federico è stato vittima di una grande ingiustizia - spiega Riccardo D'Andrea da Cracovia - Solo il primo round è stato in bilico. Ma le altre due riprese sono state vinte nettamente da Federico. Lo hanno visto tutti. Pubblico compreso, che ha duramente contestato la decisione dei giudici. Nonostante questo - continua - nulla è perduto. Serra avrà la possibilità di rifarsi nei tornei pre olimpici di marzo e maggio 2024. Noi dello staff della Nazionale crediamo in lui. Nelle sue grandi capacità. Federico andrà alle Olimpiadi. Ne ha ancora la possibilità. Ora chiaramente è amareggiato. Come lo siamo noi dello staff. Quindi ora un po' di sano riposo. E tra qualche settimana si ricomincia. Federico Serra ha grande carattere. Lo ha dimostrato e tornerà più forte di prima. Altri pugili di valore sono al momento fuori dalle Olimpiadi. Il pugilato ti toglie e ti dà. Per Federico Serra - conclude - verrà il momento delle soddisfazioni e delle rivincite contro le ingiustizie subite». 
 

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