Il principio di insularità non decolla: «Il divario tra Sardegna e Italia si è allargato, non ridotto»
L'allarme di Michele Cossa (Riformatori): «Se non affrontiamo questo problema non colmeremo mai il nostro ritardo di sviluppo»Tre anni dopo, non è cambiato granché: il principio di insularità ha fatto il suo ingresso nella Costituzione (a fine luglio 2022 l’approvazione definitiva in Parlamento) ma non nelle politiche concrete in favore della Sardegna. «In questo periodo il divario col resto d’Italia semmai si è allargato, non certo ridotto», sottolinea Michele Cossa, uno dei leader storici della battaglia sull’insularità: «Ma se non affrontiamo questo problema – prosegue l’esponente dei Riformatori – non colmeremo mai il nostro ritardo di sviluppo».
Per rilanciare la questione, Cossa e Aldo Salaris, coordinatore del partito, hanno riunito a Cagliari gli ultimi tre assessori alla Programmazione per assistere all’illustrazione del nuovo rapporto dell’Istituto Bruno Leoni, che già negli anni scorsi aveva quantificato in circa 9 miliardi di euro all’anno lo svantaggio economico dell’Isola dovuto alle condizioni geografiche.
Stavolta l’Istituto si è concentrato sulle politiche attuate dopo la votazione definitiva del Parlamento sull’insularità, rilevando che non sono state influenzate dalla nuova valorizzazione costituzionale del principio. Anzi, nel frattempo la gestione del Pnrr si è rivelata, in questo senso, una grande occasione perduta: «Alla Sardegna sono stati assegnati quasi 4 miliardi di euro – ha sottolineato Carlo Stagnaro – ma la quasi totalità delle risorse attribuite afferisce a misure varate a livello nazionale, che nulla hanno a che fare con l’insularità».
Raffaele Paci, Giuseppe Fasolino e Giuseppe Meloni, assessori al Bilancio rispettivamente nelle Giunte Pigliaru, Solinas e Todde, hanno condiviso la necessità di rilanciare la vertenza insulare con una mobilitazione bipartisan: «Quando parliamo di un gap di 9 miliardi da recuperare, diventa una battaglia impossibile senza un’unità nazionale sarda», ha detto il primo, mentre Fasolino ha richiamato «lo spirito del 2018», quando i comitati per l’insularità presero le mosse dall’iniziativa dei Riformatori per aprirsi al contributo di tutti gli schieramenti politici. L’attuale assessore Meloni ha garantito che «già da settembre la questione del riequilibrio degli svantaggi della Sardegna sarà uno dei principali impegni della nostra Giunta».
All’amministrazione guidata da Alessandra Todde, Aldo Salaris ha indicato un esempio da imitare: «Pochi giorni fa il Consiglio dei ministri ha approvato una norma d’attuazione dello Statuto speciale siciliano, che amplia l’autonomia fiscale dell’altra isola. Se vogliamo acquisire nuovi spazi di autogoverno, anche noi dobbiamo seguire la strada delle norme d’attuazione».