C'è anche una cagliaritana nell'inferno di Tel Aviv, colpita da una salva di razzi nella zona centrale. La donna, 35 anni, della quale non pubblichiamo il nome per motivi di sicurezza, si è precipitata nei rifugi sotterranei anti bomba, di cui è dotata ogni abitazione, appena sono risuonate le sirene d'allarme.

A riportare i momenti di terrore della donna è Mario Carboni, presidente dell'associazione "Sardos pro Israele-Assotziu Chenàbura". «L'ho sentita e sta bene. È sposata con un giovane israeliano, si è convertita all'ebraismo e ora aspetta un bambino».

Che clima si vive a Tel Aviv, cosa ha raccontato la donna cagliaritana? «Lei e il marito sono tranquilli. Per il momento non sono stati coinvolti negli attacchi dei terroristi di Hamas. Appena hanno sentito il suono delle sirene d'allarme si sono rifugiati nei sotterranei della loro abitazione».

Carboni descrive i momenti di terrore. «Le incursioni sono state registrate nel sud del Paese ma lo shock è stato grande per tutti. Anche perché i filmati che girano sulle tv e sul web sono raccapriccianti. Tutti abbiamo visto le immagini crude, violente, sanguinarie dei guerriglieri che sono entrati in Israele e hanno barbaramente ucciso centinaia di persone».

L'attacco nel giorno dello Shabbat, quando il mondo ebraico, dal tramonto del venerdì all'imbrunire del sabato, si ferma e nel 50° anniversario della guerra dello Yom Kippur. «Non so qual è il motivo, certamente c'è una relazione tra le due ricorrenze». La situazione è tesa anche nel capoluogo della Sardegna. «Non possiamo sapere quali sono le intenzioni di questi terroristi ma ci prepariamo a eventuali incursioni o attacchi al di fuori de Israele. La nostra sede cagliaritana, come altri luoghi, è considerata sensibile dalle Forze dell'ordine. Non abbiamo paura ma abbiamo una prudente attenzione alla sicurezza. Il terrorismo non si sa mai da dove arriva e come può arrivare. A Cagliari non abbiamo mai registrato antisemitismo».

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