"È un altro passo importante per risalire alla verità sulla morte di mio figlio. Andiamo avanti fino a quando non sarà fatta giustizia". Roberta Mamusa, la madre del giovane di Gonnesa morto il 17 aprile nel 2011 durante un incendio nella sua casa di Bacu Abis, lo ribadisce per l'ennesima volta durante la conferenza stampa convocata all'indomani dell'incidente probatorio che si è svolto ieri in Tribunale a Cagliari.

All'incontro con i cronisti hanno partecipato tutto il pool difensivo della famiglia Piredda, i periti di parte e la criminologa Elisabatta Sionis. "Abbiamo voluto incontrare la stampa - ha detto la Sionis - perché si è scatenata una macchina del fango contro la famiglia e il team difensivo".

Gli avvocati Stefano Marcialis e Flavio Locci si sono soffermati sull'incidente probatorio. Hanno confermato le notizie diffuse ieri, ovvero che non c'erano lesioni sul corpo del giovane che sarebbe morto per "asfissia meccanica".

"Ci sono state mistificazioni e eccessiva partigianeria - ha detto Stefano Marcialis - non sono mancate le illazioni. Adesso aspettiamo le prossime udienze".

I due legali hanno confermato che durante l'udienza è stata messa in discussione la "metodologia delle analisi".

Il processo, che vede indagata Valentina Pitzalis per omicidio volontario e incendio doloso, riprenderà il 18 marzo.
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