Morte presunta per Stefano Masala, il 29enne di Nule fatto sparire tra il 7 e l’8 maggio del 2015, la notte prima che venisse ucciso Gianluca Monni, studente di Orune, per mano di due killer che erano arrivati in paese proprio con l’auto di Masala.

La famiglia del 29enne aveva dato mandato all’avvocata Caterina Zoroddu per chiedere al tribunale di Nuoro che venisse dichiarata la morte presunta. La sentenza è stata emessa il 25 maggio scorso considerati i presupposti «sulla base delle due condanne passate in giudicato e per il fatto che le ricerche del corpo, pur meticolose, si sono rivelate inutili». Ma anche perché «sono decorsi più di 7 anni dalla scomparsa di Stefano Masala senza che vi siano mai state notizie della sua permanenza in vita».

I condannati sono i due cugini Paolo Enrico Pinna, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni, e Alberto Cubeddu che ne aveva 21. Per il primo 20 anni di carcere, per il secondo l’ergastolo.

Come ha confermato la Cassazione, hanno ucciso Stefano Masala per andare poi a Orune con la sua macchina ad ammazzare Monni - con il quale Pinna doveva regolare i conti dopo una rissa - e allontanare così i sospetti da loro.

(Unioneonline/s.s.)

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