Per la giustizia italiana non ci sono più dubbi. 
Alberto Cubeddu, il 27enne di Ozieri ritenuto responsabile del duplice omicidio di Stefano Masala e Gianluca Monni, uccisi il 7 e 8 maggio 2015 a Nule e Orune, è colpevole.

I giudici della Cassazione, dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, hanno confermato la condanna all’ergastolo e dunque respinto il ricorso presentato dai difensori dell'imputato, gli avvocati Mattia Doneddu e Patrizio Rovelli. Per la Cassazione è quindi valida la sentenza del 3 luglio 2020, emessa dalla Corte d'Appello di Sassari, che, confermando il carcere a vita già inflitto in primo grado dal Tribunale di Nuoro, non aveva creduto alla reiterata dichiarazione di innocenza del giovane.

Secondo la verità processuale Cubeddu e il cugino Enrico Paolo Pinna – minorenne all'epoca dei fatti e già condannato in via definitiva a 20 anni di carcere - la mattina dell'8 maggio 2015, a Orune, ammazzarono con tre colpi di fucile Gianluca Monni, mentre alla fermata aspettava il bus per andare a scuola.

La sera prima, il 7 maggio, uccisero Stefano Masala, attirato in una trappola, per poter usare la sua Opel Corsa e compiere l'omicidio di Monni facendo ricadere su di lui i sospetti. Il corpo di Masala, fra la disperazione della famiglia, non è mai stato ritrovato. Due efferati delitti commessi in seguito a una lite scoppiata nel dicembre del 2014 a Orune, durante la festa di Cortes Apertas, in cui Pinna fu offeso e picchiato.

"La sentenza è giusta perché è conforme alle risultanze probatorie ma non restituirà Gianluca all'affetto dei suoi familiari e di chi gli ha voluto bene", commentano gli avvocati della famiglia Monni, Antonello Cao, Rinaldo Lai, Margherita Baragliu, i quali con l'avvocato Caterina Zoroddu, in rappresentanza della famiglia Masala, si sono costituiti parti civili nel processo.

(Unioneonline/D)

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