Gian Mario Mura, 23 anni di Porto Torres, abitava a Torbole, provincia di Trento, in un piccolo appartamento di Via Matteotti. Lavorava da quasi un anno in una grande lavanderia industriale della zona. Venerdì mattina, verso le 11, in questa abitazione, il ragazzo è stato trovato privo di vita dai carabinieri.

Il giovane turritano è stato stroncato dopo giorni di sofferenze indicibili. Sempre nella più totale solitudine, rotta dalle telefonate con i suoi familiari o dalle puntate al 118 e al pronto soccorso per farsi curare, con rientro nell'abitazione anche in taxi, una beffa amara che il giovane ha più volte sottolineato al telefono parlando con sua sorella Manuela.

Gian Mario col passare dei giorni ha continuato a peggiorare, con febbre e dolori di testa atroci. Ora salta fuori un secondo tampone (il primo giovedì 12 marzo). Lo ha affermato ieri sera il direttore dell'Azienda Sanitaria della provincia di Trento Paolo Bordon, nel corso della consueta conferenza stampa giornaliera. "Al povero ragazzo, successivamente al primo - ha spiegato - è stato effettuato un secondo tampone, con esito negativo, esattamente come il precedente. Quindi le cause del decesso del ragazzo non sono riconducibili a Covid". Già. Ma esattamente quando è stato fatto a Gian Mario il secondo tampone? Questo non è stato specificato. E se Gian Mario non è morto di Coronavirus, quali sono le cause del suo decesso? Le cure mediche a cui è stato sottoposto sono state adeguate? Quesiti legittimi che si pongono i familiari.

Il sostituto procuratore di Trento Fabrizio De Angelis, per questa morte così drammatica, ha disposto l'esame autoptico, che si dovrebbe eseguire domani. Ma questa data potrebbe rinviarsi di un altro giorno ancora. Ad ogni modo solo dopo l'autopsia si potranno avere elementi più certi. Per ora le cause del decesso rimangono avvolte nel mistero.

Nel frattempo la lavanderia industriale in cui lavorava Gian Mario, la "Servizi Italia spa" di Arco, fermata per sicurezza appena saputa la notizia della morte del giovane turritano, domani ricomincerà a funzionare regolarmente. Quello stabilimento in cui Gian Mario "aveva riposto i suoi sogni - come dice mamma Antonina affranta dal dolore - prendendosi da poco anche la patente di guida per il muletto". Tutto inutile per Gian Mario, una giovane vita che si è conclusa dopo giorni terribili, nel suo letto, da solo, a migliaia di chilometri da casa.
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