La decisione è arrivata quasi inattesa. La Corte d’appello di Roma ha scarcerato Beniamino Zuncheddu, il pastore condannato all’ergastolo per la strage di Sinnai, commessa l’8 gennaio 1991.

L’ordinanza di “sospensione dell’esecuzione della pena” ha accolto la domanda presentata lo scorso 21 novembre dall’avvocato Mauro Trogu, difensore del detenuto, durante l’udienza del processo di revisione di quella sentenza che ha inflitto il “fine pena mai” al pastore di Burcei.

Decisione arrivata proprio sulla base di quanto emerso nel corso delle ultime udienze, principalmente riguardo a quanto affermato il 14 novembre dall’unico superstite della mattanza, Luigi Pinna, che dopo 32 anni ha rivelato di aver riconosciuto Zuncheddu quale autore dei delitti dopo aver visto una sua fotografia mostratagli dal poliziotto Mario Uda, che conduceva le indagini, con modalità e tempistiche non regolari.

Senza considerare che in realtà il sopravvissuto non poteva riconoscere l’assassino, che aveva il volto coperto da un collant. Zuncheddu da questo pomeriggio è libero in attesa della sentenza in questo procedimento, attesa per metà dicembre. 

Nei suoi confronti è in vigore solo l’obbligo di dimora. 

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