Un nuovo approccio al tema dei centri estivi, che guarda con decisione alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro, alla giustizia sociale e al diritto dei bambini a opportunità educative e ricreative durante l’estate. È questo il senso del lavoro che si sta portando avanti su due livelli istituzionali, comunale e regionale, attraverso le iniziative del consigliere comunale di Cagliari Giovanni Porrà e della consigliera regionale Camilla Soru.

Dopo l’approvazione in Consiglio comunale, all’unanimità, della mozione presentata da Giovanni Porrà per riformare il sistema di accesso ai centri estivi accreditati nel Comune di Cagliari, nella giornata di mercoledì 6 agosto, la consigliera regionale Camilla Soru ha depositato una proposta di legge regionale per istituire un contributo economico anticipato a favore delle famiglie sarde che intendano iscrivere i propri figli ai centri estivi in tutta la Sardegna.

«La proposta comunale e quella regionale – spiegano Porrà e Soru – si parlano, si rafforzano e si completano. Vogliamo superare l’attuale meccanismo di rimborsi posticipati, che di fatto finisce per finanziare solo chi può permettersi di anticipare le spese. Questo esclude tante famiglie che, pur avendone bisogno, non hanno la possibilità di sostenere in anticipo il costo del servizio. È una disuguaglianza strutturale che intendiamo correggere.»

La proposta di legge regionale mira a introdurre un sistema stabile e strutturato di contributi modulati in base all’ISEE, da erogare prima dell’avvio delle attività, in modo da sostenere concretamente i bilanci familiari e garantire un accesso equo e non selettivo ai servizi. In parallelo, la mozione comunale punta a orientare il Comune di Cagliari verso lo stesso modello, prevedendo voucher o acquisti diretti di posti nei centri accreditati, con criteri trasparenti, inclusivi e ispirati all’esperienza dei nidi comunali.

L’iniziativa prevede inoltre il rafforzamento del ruolo dei Comuni nella programmazione e gestione dei centri estivi, un sistema di accreditamento con standard di qualità e sicurezza, e l’inclusione garantita per i minori con disabilità fino ai 17 anni.

La sinergia tra i due livelli istituzionali punta ora a coinvolgere altri Comuni e il Consiglio Regionale per far crescere la proposta e portarla alla piena attuazione a partire dal 2026.

(Unioneonline)

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