Li faceva lavorare fino a dieci ore al giorno, senza protezioni, per pochissimo denaro e ovviamente in nero. 

Un imprenditore cagliaritano di 39 anni, titolare di un’azienda agricola di Monastir, è stato arrestato dalla Polizia di Stato, con il personale dell’Ispettorato Provinciale del Lavoro di Cagliari - Oristano, con l’accusa di sfruttamento del lavoro. L’uomo secondo le accuse avrebbe sfruttato cittadini originari della zona subsahariana, alcuni dei quali richiedenti asilo ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria di Monastir.

L’indagine ha avuto origine da una segnalazione arrivata sul tavolo degli Ispettori del Lavoro della sede provinciale di Cagliari. È da qui che i poliziotti hanno avuto i primi riscontri, presunte anomalie su determinate assunzioni effettuate dal titolare dell’azienda che però non segnalava le dovute retribuzioni e quindi non versava i previsti contributi previdenziali. Alcuni di questi braccianti, stranieri richiedenti asilo, non avrebbero avuto nemmeno i requisiti base per poter essere impiegati, considerando anche che, per il loro status e la loro provenienza, erano particolarmente vulnerabili.

La Sezione Criminalità Diffusa e Straniera della Squadra Mobile ha individuato gli stranieri impiegati e dai loro racconti sono emerse le condizioni di sfruttamento: «Impiego giornaliero di 8/10 ore con una breve pausa per il pranzo che il lavoratore portava autonomamente, come anche l’acqua per bere – è la ricostruzione - assenza di materiale di protezione individuale e locali adeguati per le pause; retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi a livello nazionale e comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato (paga esigua in busta e retribuzione delle restanti spettanze a 5 euro l’ora e in nero)».

Pochi giorni fa gli investigatori della Squadra Mobile, insieme al personale dell’Ispettorato del Lavoro, sono entrati nei terreni di proprietà dell’indagato, trovando cinque braccianti intenti a lavorare nel campo di ortaggi. Il titolare dell’azienda, che era lì, è stato arrestato e sottoposto al regime dei domiciliari. L’arresto è stato poi convalidato con l’applicazione della misura dell’obbligo di firma.

(Unioneonline/D)

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