Burcei si mobilita ancora per Beniamino Zuncheddu e per la proposta di legge che porta il suo nome. Lo sta facendo da alcuni giorni  con una raccolta di firme. L’obiettivo è quello di restituire dignità alle vittime di errori giudiziari e ingiuste detenzioni. Fra le vittime anche Beniamino Zuncheddu che ha trascorso 33 anni di carcere da innocente per la strage di Sinnai del 1991. Beniamino Zuncheddu è libero, abita a Burcei ma ancora attende di avere un risarcimento adeguato all’ingiustizia subita e come lui tantissimi altri in Italia.  A organizzare la raccolta delle firme sono i consiglieri comunali di minoranza Paola Zuncheddu, Alessandra Lussu e Antonello Monni.

«Ogni anno - ricordano i promotori di questa raccolta firme a livello nazionale - circa mille persone subiscono in Italia  ingiuste detenzioni che cambiano per sempre le loro vite, con costi esorbitanti a carico dello Stato. Purtroppo per ottenere un risarcimento si deve attendere dai 6 ai 10 anni. Un periodo lungo con mancanza di un adeguato sostegno che porta in tanti a situazioni disperate. La proposta di legge chiede venga garantita una provvisionale economica a chi, al termine di un processo, viene assolto. Abbiamo così deciso di dare il nostro contributo raccogliendo le firme direttamente a Burcei anche per venire incontro a tutti i cittadini che non possedendo lo SPID e hanno difficoltà a firmare on line».

La proposta di legge Zuncheddu prevede l'assegnazione di una rendita mensile immediata alle vittime di errori giudiziari e ingiuste detenzioni. È stata presentata in Cassazione il 10 gennaio scorso portando il nome dell’ex detenuto di Burcei per le vittime di errori giudiziari e ingiuste detenzioni. Si tratta di una proposta di legge di iniziativa popolare per garantire immediatamente una rendita mensile alla pronuncia della sentenza di revisione (per chi è stato ingiustamente condannato e poi assolto) e a chi dopo aver subito il carcere o gli arresti domiciliari, viene prosciolto o assolto perché il fatto non sussiste, per non aver commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato. 

La proposta di legge di iniziativa popolare nasce proprio dal caso di Beniamino Zuncheddu,  ingiustamente condannato in via definitiva all’ergastolo, accusato di un triplice omicidio che si consumato nel 1991  nelle campagne di Sinnai. A presentare la proposta di legge di iniziativa popolare  è stata  Irene Testa (tesoriera del Partito radicale)  insieme a Gaia Tortora e ad altre dieci vittime di errori giudiziari.

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