Pichetto Fratin corre sulle aree idonee in attesa della Consulta
Nuove regole e vincoli sulle distanze tra gli impianti e i monumenti tutelati. Il 7 ottobre la Corte Costituzionale decide sulla legge sarda(Archivio)
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Nuove regole per le aree idonee. Il Governo prova a chiudere il cerchio e, per fissare alcuni paletti, sceglie il nuovo decreto energia. L’altro ieri a Chia il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha affermato che «le istanze di eolico in Sardegna sono dovute a una totale liberalizzazione che è avvenuta in passato e a cui cerchiamo di mettere un argine, da un lato con le aree idonee, dall’altro anche con alcuni meccanismi che riguardano la rete». Quindi ha annunciato: «Dovremmo chiudere in questi giorni il sistema delle aree idonee»
Il sistema recepirà la direttiva Ue Red II, anche rispetto alle distanze ai monumenti. In linea generale, la fascia di rispetto è determinata considerando una distanza dal perimetro dei beni sottoposti a tutela di 3 chilometri per gli impianti eolici e di 500 metri per gli impianti fotovoltaici, estendibili fino a 7 chilometri per beni di particolare pregio.
La scadenza
Intanto il 7 ottobre la Corte Costituzionale si esprimerà sulla legge per le aree idonee sarde. E, a Roma, si decideranno molte cose sulle sorti della tutela della Sardegna dall’assalto eolico e fotovoltaico. I comitati sono reduci da un’assemblea a Orgosolo dove hanno annunciato il ritorno in piazza a difesa della Pratobello 24. Fino al 7 ottobre, tuttavia, resta la linea dell’attesa: «È passato un anno. Ma noi siamo ancora qui. Nonostante la politica regionale abbia ignorato le 211mila firme raccolte, siamo pronti a rilanciare una lotta unitaria per proteggere la Sardegna dal più vasto assalto speculativo della sua storia autonomista», dice Luigi Pisci, portavoce del comitato Sarcidano.
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