West Nile, aumentano i casi a Oristano: e il Comitato Sa Rodia lancia l'allarme sulle risaie
«Perfette incubatrici per le zanzare che portano il virus, sono un pericolo»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L’impennata di contagi riaccende i timori del Comitato Sa Rodia, che da anni denuncia il rischio sanitario legato alle risaie a ridosso del centro urbano di Oristano. Per i residenti il problema è chiaro: quelle coltivazioni sono “incubatrici perfette” per le zanzare portatrici del virus, una minaccia che incombe su abitazioni, ospedale e campi sportivi. Nei giorni scorsi il Comitato ha presentato un esposto a Prefetto, Regione e Comune chiedendo misure immediate: eliminare le risaie dentro la città, istituire una fascia di rispetto tra i campi e le aree sensibili e avviare una campagna di disinfestazione massiccia.
«È inaccettabile che i cittadini di Sa Rodia e dell’intera città debbano vivere nella costante paura di essere infettati», afferma il portavoce Luciano Cariccia. «Non basta raccomandare ai cittadini di svuotare i sottovasi se poi si ignorano ristagni d’acqua ben più gravi, proprio a ridosso delle strutture più delicate».
Intanto l’ultimo bollettino della Asl conferma che l’emergenza non rallenta: dopo i cinque casi di lunedì, altri due sono stati registrati ieri, una ultraottantenne di Ardauli e un ultrasettantenne di Cabras, entrambi ricoverati all’ospedale San Martino. «Salgono così a 24 i casi di West Nile virus accertati nel 2025 in provincia di Oristano. Di questi, 11 sono ricoverati, un paziente è deceduto e gli altri sono stati dimessi», precisa l’Azienda sanitaria.
Per il Comitato, senza interventi strutturali, la salute dei cittadini resta un diritto sulla carta ma non garantito nella realtà.