L’arresto fino a sei mesi o un'ammenda fino a 516 euro. È ciò che rischia il fotografo che domenica sera ha messo in pericolo gli scalzi durante la Corsa in onore a San Salvatore invadendo lo sterrato, a circa tre chilometri dal villaggio e subito dopo il passaggio della polizia in moto che aveva appena gridato a tutti i presenti di stare ai lati della strada. È quanto prevede l’articolo 660 del Codice penale che punisce chiunque, per petulanza o per altro motivo, reca molestia o disturbo a un'altra persona in luogo pubblico. Secondo il codice penale non si tratta  infatti dell’interruzione di un evento religioso, quindi di una processione.

«Questo perché nella corsa di san Salvatore non è presente un ministro del culto - spiega il legale Salvatore Madau e anche corridore - Non possiamo parlare quindi di turbamento di funzioni religiose come previsto dall'articolo 405. L’evento viene inquadrato, secondo i dati normativi, ad un evento di altra natura come può essere una corsa. Il reato è punibile solo a querela di parte  - spiega ancora il legale - In questo caso dovrebbe intervenire l'associazione Is curridoris, la parte offesa, e non il sindaco. Il tutto entro tre mesi dal fatto».

L'associazione guidata dal presidente Alessio Camedda, che organizza la corsa e che rappresenta tutti i corridori, sulla possibilità di presentare una querela ancora non si pronuncia. Ma c'è anche un altro aspetto: «Sotto il profilo penalistico ci potrebbe essere la violazione dell'articolo 650 - spiega Madau - laddove in quel punto la presenza del fotografo fosse vietata da un'ordinanza comunale».

Nel documento però questo non viene specificato. Seppur facile da capire però, visto il passaggio di corsa di 900 uomini. «Tra il pubblico però esiste anche chi non ha buon senso   - precisa Madau -  Non emergono altri reati perché nessuno fortunatamente si è procurato un male fisico».

Come invece è accaduto nel 2017 quando un corridore, sempre per colpa di un fotografo, era finito a terra rompendosi il femore. Madau tiene a precisare: «È chiaro che per noi si tratta di una manifestazione religiosa, non però per il codice penale ai fini della configurazione del reato».  Intanto la polizia locale di Cabras continua senza sosta il lavoro per individuare il fotografo.

«Impresa non semplice - dice il sindaco Andrea Abis - Potrebbe essere però un turista. Continuo a ribadire che ciò che è accaduto è molto grave. A mio avviso è stato fatto con intenzione e menefreghismo». 

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