Santu Lussurgiu, scoperta discarica abusiva in campagna
Betoniere, materiale inerte e rifiuti edili, ferrovecchi e addirittura la carcassa di una vecchia motocarrozzina abbandonati in località Sa SeddaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Betoniere, materiale inerte e rifiuti edili, ferrovecchi e addirittura la carcassa di una vecchia motocarrozzina, tutti abbandonati in località Sa Sedda. Una discarica abusiva a pochi passi dai rinomati castagneti, non proprio un belvedere che si presenta nel bel mezzo di uno dei polmoni verdi del paese, rifugio di biodiversità.
La scoperta ha sollevato forte disappunto tra i residenti: «occorre un piano deterrente per debellare le discariche abusive, e sanzionare gli incivili». I rifiuti abbandonati compromettono l’ambiente e sono un pericolo per la salute pubblica e per la fauna locale. Allertato il Corpo Forestale di Seneghe e i Barracelli di Santu Lussurgiu che hanno fatto il sopralluogo nell'area. La Forestale ha sporto una denuncia contro ignoti.
Rifiuti che deturpano il paesaggio e minacciano un ecosistema già fragile, la vicinanza con i castagneti, polmone naturale del territorio e meta di escursionisti rende la situazione ancora più grave: il rischio di inquinamento del suolo e delle falde acquifere è concreto, così come quello di incendi nei mesi più caldi.
«L’inciviltà purtroppo non si riesce mai a debellare del tutto - sbotta il sindaco Diego Loi - eppure abbiamo attivato già da diverso tempo il ritiro semi-gratuito di rimozione delle carcasse di automezzi, se ne occupa una impresa specializzata. Poi c’è anche l’ecocentro dove poter conferire rifiuti ingombranti. Non riesco proprio a comprendere questa maleducazione. Ora faremmo intervenire la ditta per rimuovere i rifiuti, nonostante questo faccio nuovamente un appello a tutti per una maggiore sensibilità ambientale».
In quell’area non ci sono videocamere di sicurezza per monitorare, quindi gli incivili che hanno abbandonato i rifiuti l’ha fatta franca per ora. I cittadini chiedono «interventi immediati di bonifica e un rafforzamento dei controlli. Servono sanzioni severe e una maggiore educazione perché il rispetto del territorio è una responsabilità collettiva».
