Sardo condannato per due femminicidi, assolto per il terzo: «Prove insufficienti contro Pasquale Concas»
Non impugnata l’ultima sentenza di non colpevolezza per il delitto di Elena Morandi, anche se è provato che fu l’ultimo a vederla in vitaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Pasquale Concas fu l'ultima persona a vedere in vita l'avvocatessa Elena Morandi ed è vero che la derubò del computer, ma non c’è prova che fu lui a ucciderla e neppure ad appiccare il rogo in casa. Gli elementi indiziari sarebbero insufficienti al fine di pronunciare una sentenza di condanna.
Per questo la Corte d'assise d'appello di Bologna ha assolto dalle accuse di omicidio volontario, incendio e distruzione di cadavere l'imputato cinquantatreenne di Tortolì – difeso dall’avvocato Alessandro Betti – già in carcere con una condanna a 24 anni per l'omicidio della prostituta Arietta Mata, a Gaggio di Castelfranco Emilia (Modena) all’inizio 2018 e che in passato era stato condannato per l'omicidio di una terza donna, a Olbia nel 1994, a scopo di rapina.
La sentenza sul delitto dell'avvocatessa trovata morta nel suo appartamento di via Boccabadati a Modena il 29 settembre 2017 ora è divenuta irrevocabile: non c'è stata impugnazione da parte della procura generale.
Sull'omicidio si è arrivati all'assoluzione dopo un ergastolo, annullato dalla Cassazione con rinvio ad un nuovo appello. La Corte ha invece condannato l'imputato per il furto del computer ai danni della vittima: un anno e quattro mesi.
(Unioneonline)