L'omicidio di Dina Dore, i Rocca: "Intestiamo tutto alla figlia di Francesco"
La lettera delle sorelle di Francesco Rocca, condannato all'ergastolo per aver ucciso la mogliePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Una lettera in cui chiedono di intestare tutti i beni del padre alla figlia. È la proposta che arriva da Anna e Paola Rocca, sorelle di Francesco Rocca, il dentista di Gavoi condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio della moglie Dina Dore, delitto avvenuto a Gavoi nel marzo del 2008 (QUI IL VIDEO).
Dopo quasi un mese di silenzio e riflessione, in una lettera le due donne spiegano perché hanno avviato due cause civili che mirano a spogliare l'uomo di tutti i beni dei quali è intestatario. "La nostra intenzione è semplicemente dare esecuzione a quelle che erano le volontà di nostro padre, cioè fare in modo che la figlia di Francesco, abbia un suo patrimonio personale e preservarlo per quando sarà grande". Le sorelle del dentista gavoese spiegano che la situazione finora emersa non rappresenta quella reale. "Ciò ci costringe, nostro malgrado, a uscire dal silenzio che in questa dolorosa e devastante vicenda ci eravamo imposte, e a replicare a quanto sostenuto dalla famiglia Dore", famiglia che ha ottenuto come risarcimento provvisionale diverse centinaia di migliaia di euro.
"Nelle innumerevoli dichiarazioni - si legge nella lettera - si omette di dire che le somme reclamate dai Dore sarebbero di loro competenza non avendo niente a che fare con nostra nipote. La liquidazione di suddette somme, considerato il loro ammontare, lascerebbe la bambina senza un centesimo. L'azione legale da noi intrapresa, al contrario di quanto sostenuto, è intesa a rispettare la volontà di nostro padre che ha voluto provvedere al futuro della nipote lasciando a lei un patrimonio personale che le consentisse di vivere senza alcuna preoccupazione economica, e mira a riequilibrare le quote successorie esclusivo di nostra nipote. Lo stesso vale anche per nostra madre".
Nella lettera si ricorda che i Dore hanno già eseguito il pignoramento dei beni appartenenti alla quota "in questo modo però - si ribadisce - sarebbe proprio la bambina a rimanere senza alcun patrimonio, stante l'entità dei risarcimenti" ma arriva anche la proposta: "Se comunque l'intento comune è la salvaguardia del patrimonio della bambina, ci dichiariamo disposte a far sì - secondo modalità giuridicamente appropriate che i legali potranno definire - che quanto attualmente nel patrimonio di nostro fratello, che pure dovrebbe ricadere nelle nostre quote, pervenga direttamente alla piccola. La qual cosa comporta che anche la famiglia Dore dovrà rinunciare a esercitare i propri diritti risarcitori su tale patrimonio".
Lunedì, davanti al Tribunale civile di Nuoro, è fissata la prima udienza.