Delitto di Gavoi, il sindaco: «Cose che non ci appartengono, ma ogni tanto il demone risorge»
Salvatore Lai condanna l’omicidio di Francesco Cidu e invita la comunità a reagire «rafforzando i valori di convivenza pacifica che ci caratterizzano»Una netta e decisa condanna dell’omicidio di Francesco Cidu e un invito alla comunità affinché reagisca rafforzando i valori di convivenza pacifica.
Il sindaco di Gavoi, Salvatore Lai, sulla pagina Facebook del Comune dedica un lungo post al terribile delitto che ha sconvolto la comunità.
«Qualcuno, secondo consuetudini da muretto a secco che non appartengono alla storia della nostra comunità, ha deciso di togliere la vita a Francesco Cidu», scrive, chiedendosi se possa esserci qualcosa che può scatenare «una violenza così estrema da produrre un atto irreversibile e definitivo come la morte».
«Non deve esserci – è la risposta – nessuno può arrogarsi il diritto di disporre della vita di una persona».
Il primo cittadino esprime ai familiari dell’allevatore la vicinanza del paese e condanna «in modo forte e determinato» l’autore di un crimine che «ha gettato nel dolore più profondo la famiglia di Francesco e nello sconforto una Comunità».
Poi l’appello ai cittadini, a cui chiede di affrontare questo momento «rafforzando i vincoli e valori di convivenza operosa e pacifica che caratterizzano la nostra comunità». «Non rinchiudetevi nel guscio delle vostre case e famiglie, andate oltre nel coltivare rapporti reali e solidali tra parenti, vicini, conoscenti, partecipando ad associazioni, movimenti, eventi che vi rendano protagonisti attivi della vostra vita e comunità».
Ancora: «Il parlarsi, il linguaggio del dialogo e della comprensione a cominciare da quello essenziale con i propri figli, degli adulti con i bambini e giovani, la collaborazione per disegnare un futuro comune e condiviso, il rispetto per gli altri e per le donne, la solidarietà nei confronti delle persone più deboli e in difficoltà, una più forte collaborazione fra cittadini e istituzioni, sono il più forte ostacolo a qualsiasi demone che dal profondo di istinti primordiali o nuove degenerazioni, sembra risorgere ogni tanto con l'obiettivo di prendersi la scena della vita della comunità bruciando esistenze e generando paura».
La conclusione: «Facciamo in modo che questo terribile evento serva a farci reagire per rigenerarci come nuova Comunità».
Proseguono intanto le indagini per far luce sul delitto dell’allevatore, freddato con uno o più colpi d’arma da fuoco sparati al volto mentre era nel suo ovile. Questa mattina al San Martino di Oristano l’autopsia sul corpo di Francesco Cidu, descritto dai cittadini come un uomo «tranquillo».
(Unioneonline/L)