Sono pesantissime le accuse che la Procura di Tempio muove a tre uomini, tutti sardi, indagati per la morte dell’argentino Miguel Angel Paez, massacrato dentro il suo appartamento di via Marche a Olbia nel febbraio dell’anno scorso e deceduto in ospedale dopo mesi di agonia.

La pm Noemi Mancini ha chiuso le indagini (c’è anche un decreto di giudizio immediato) contestando il reato di omicidio volontario aggravato da crudeltà e sevizie.

Le accuse sono a carico di Michael Brundu, Giuliano Petta e Alex Russo. Il quadro delineato dalla pm Mancini, sulla base delle indagini dei Carabinieri, è gravissimo. Paez sarebbe stato rapinato il 23 gennaio del 2024 da Brundu insieme ad altre persone mai identificate. Poi, stando agli atti, il 3 febbraio scatta in raid e l’uomo, 70 anni, dopo una pioggia di colpi su tutto il corpo, viene lasciato agonizzante nella sua casa. Paez muore in ospedale alla fine di un calvario durato nove mesi. 

Ma le indagini ora si sono allargate a nuove circostanze e ci potrebbero essere altre persone indagate. Paez, dopo essere stato abbandonato in fin di vita dai suoi presunti aggressori, sarebbe stato visto da altri conoscenti dentro il suo appartamento di via Marche. Nonostante le condizioni gravissime, nessuno avrebbe chiamato il 118. Inoltre dalla casa sarebbe stato portato via anche un Rolex dell’argentino. 

Le tre persone indagate per omicidio volontarie sono difese dagli avvocati Cristina Cherchi, Adriano Catte e Maria Eleonora Bianco. Michael Brundu e Giuliano Petta si trovano in carcere, per Alex Russo la penalista Cristina Cherchi ha ottenuto da tempo gli arresti domiciliari. 

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