Sa ramadura, l’affascinante rito sardo dell'infiorata
Storia e origini dell’usanza di spargere per terra rami e petali in occasione delle feste più importanti dell’Isola, a cominciare da quella di Sant’EfisioUno dei riti più affascinanti fra quelli delle tradizioni di Sardegna è sicuramente quello di Sa Ramadura, ovvero l’usanza di spargere petali di fiori per terra al passaggio dei carri trainati da buoi (traccas) durante molte feste importanti del folklore isolano, a cominciare da quella di Sant’Efisio a Cagliari.
Sa Ramadura, origini e significato di questo emozionante rito – L’infiorata al momento del passaggio dei carri affonda la propria origine nei riti del passato. E, in passato, sembra non si utilizzasero fiori come oggi. Sa Ramadura avveniva infatti gettando a terra rami e rametti (donde il termine ramadura) di piante aromatiche, come alloro, mirto, menta e rosmarino, con l’obiettivo non di “colorare” la strada al passaggio delle traccas, bensì di creare profumo, attenuando l’odore fastidioso degli animali e degli escrementi che questi ultimi lasciavano lungo il cammino.
La scelta dei rami e dei fiori – Col passare del tempo, alle erbe aromatiche si sono progressivamente accostati i fiori, divenuti man mano protagonisti. I fiori scelti (rose in particolare, ma non solo) devono essere particolarmente colorati e, ovviamente, “petalosi”. Vengono raccolti alla vigilia delle celebrazioni in appositi cesti, che verranno utilizzati per lo spargimento nel corso della festa, al passaggio del carro con il santo oppure con gli sposi, nel caso Sa Ramadura venga organizzata in occasione di un matrimonio.
Il rito de sa Ramadura per la Festa di Sant'Efisio – Il rito di Sa Ramadura, come detto, è parte integrante della festa di Sant’Efisio che si celebra a Cagliari il 1 maggio. Il rito consiste in un atto di omaggio nei confronti del santo. L’infiorata – spiega il sito Sardegna Digital Library – «avviene nella fase finale della processione, attraverso lo spargimento per terra di petali di rose (rosse, rosa e gialle) sui lastroni della Via Roma, in modo che, al suo passaggio, il cocchio che trasporta la statua del martire possa avanzare su un tappeto floreale, mentre in segno di saluto suonano le sirene delle navi».
(Unioneonline)