È una delle piante simbolo della Sardegna e nonché l’ingrediente base per il liquore tipico dell’Isola. 

Ma forse non tutti sanno che, secondo la leggenda, era una delle piante più care a Venere (Afrodite per i greci), la dea della bellezza e dell’amore. 

Stiamo parlando del mirto, altrimenti chiamato mortella (il nome latino è invece Myrtus communis), diffuso in tutta l’area del Mediterraneo e che con la Sardegna ha da sempre un legame speciale. 

Ma perché la divinità associata alla bellezza e all’amore aveva, nell’antichità, questo feeling speciale con le piante di mirto? Perché, dicono i racconti, basati su quanto tramandato da Esiodo, si riteneva che la dea, nata dalla spuma di mare, si fosse rifugiata, subito dopo aver raggiunto la spiaggia dell’isola di Cipro, in un boschetto di mirti.

Da sempre apprezzato in cucina e in erboristeria, per il suo contenuto in olio essenziale (mirtolo, contenente mirtenolo e geraniolo e altri principi attivi minori), tannini e resine, il mirto è una pianta dalle proprietà aromatiche e officinali.

Al mirto sono infatti attribuite proprietà balsamiche, antinfiammatorie, astringenti, leggermente antisettiche e trova impiego in campo erboristico e farmaceutico per la cura di affezioni a carico dell'apparato digerente e del sistema respiratorio.

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata