Uno dei simboli del folklore e delle leggende della Sardegna è la “Pavoncella Sarda”. Ma qual è l’origine di questa raffigurazione ricorrente nella tradizione isolana?

Storia e origini di uno dei simboli della nostra isola – La pavoncella, conosciuta scientificamente come Vanellus vanellus, è un uccello caratteristico di molte zone d’Europa. Frequenta le pianure, i terreni coltivati a campi e le zone parzialmente umide, ma la si incontra anche nei pascoli.

Sembra che in Sardegna sia stata introdotta nel VI secolo dopo Cristo, quando l’Isola era sotto la dominazione bizantina.

Da allora si è diffusa rapidamente e il mondo agro-pastorale le ha progressivamente assegnato significati particolari e talvolta “magici”.

L'antico significato della pavoncella sarda – Nel corso dei secoli la pavoncella, divenuta familiare nelle comunità agresti dell’Isola, è diventata un animale propizio, portatore di benessere e di fertilità. Per alcuni favorisce la salute delle mandrie e delle greggi, per altri sarebbe una sorta di versione “sarda” dell’araba fenice che risorge dalle ceneri, simbolo di vita e dono di speranza. Ma la pavoncella evoca anche il legame con il Cielo: nella simbologia cristiana, infatti, il pavone è simbolo dell’immortalità dell’anima.

La pavoncella, protagonista indiscussa di tante opere di artigianato – I significati di cui quest’animale si è "caricato” nel tempo nel contesto agro-pastorale e contadino sono presto diventati anche simboli “concreti”: la pavoncella viene infatti rappresentata su tantissimi prodotti dell’artigianato sardo, dalla ceramiche ai gioelli, dai cestini ai ricami su vestiti e biancheria per la casa, passando per le incisioni su mobili e altri manufatti in legno. Non solo: la pavoncella è anche presente nella cultura culinaria dell’Isola, basti pensare alle decorazioni del pane coccoi che viene preparato in occasione dei giorni di festa.

(Unioneonline/l.f.)

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