In Sardegna non solo la città di Cagliari e i comuni che si affacciano sul suo Golfo venerano Sant’Efisio. Il martire guerriero – uno dei più grandi protagonisti delle leggende e tradizioni sarde - ha lasciato il segno anche in altre zone dell’Isola. 

Ad esempio ad Aritzo, nel Nuorese, dove si ricorda ancora oggi un suo famoso miracolo.

Il miracolo di Sant'Efisio – La leggenda del miracolo di Aritzo narra che Efisio – vissuto tra il 250 e il 303 d.C. – avesse deciso di lasciare Cagliari per recarsi nella Barbagia di Belvì per evangelizzare la popolazione che ancora non si era convertita al cristianesimo. Sempre secondo quanto viene tramandato, come “sede” per la sua predicazione Efisio scelse Su Texile, altura nota per la sua forma a “sedile” (da cui forse il nome), che si eleva sin quasi a quota mille metri sul livello del mare. Gli abitanti della zona erano però restii a convertirsi, ma la predicazione di Efisio fu talmente appassionata che alla fine gli scettici cambiarono idea, abbracciando la fede in Gesù.

Fu a quel punto che accadde il miracolo: in tutta la valle attorno a Su Texile, ai tempi brulla e spoglia oltre che impervia, iniziarono a crescere castagneti e anche noccioli. 

La leggenda del castagneto – Il miracolo proseguì fino a che Efisio rimase a predicare in Barbagia. E più persone si convertivano, più i boschi diventavano floridi. Alla fine anche quando Efisio tornò a Cagliari gli alberi rimasero lì, fornendo per secoli alla popolazione – finalmente cristiana – non solo castagne e nocciole per sfamarsi, ma anche il prezioso legname con cui ancora oggi vengono realizzati molti pezzi di artigianato tipici della tradizione. 

L'importanza della figura di Sant'Efisio nella tradizione popolare – Efisio, come detto, è una delle figure più importanti della tradizione popolare e della devozione della Sardegna.

Il suo martirio avvenne il 15 gennaio dell’anno 303, ma a Cagliari la festa in suo onore si tiene il primo maggio perché secondo la tradizione fu proprio Sant’Efisio, negli anni Cinquanta del XVII secolo ad apparire al vicerè suggerendogli di organizzare una processione il primo maggio per far cessare l’epidemia di peste che affliggeva la Sardegna e Cagliari in particolare. La processione si tenne e la peste cessò. Un altro miracolo che, come quello di Aritzo, resta più che mai vivo nella memoria del popolo sardo. 

(Unioneonline)

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