Quasi un secolo e mezzo fa (era il 1884) veniva pubblicato “Il Muto di Gallura”, romanzo storico scritto da Enrico Costa incentrato su un personaggio realmente esistito e ancora oggi presente nei racconti e nelle leggende della Sardegna

Protagonista del racconto è il bandito Sebastiano (Bastiano) Tansu, detto, appunto, "il Muto di Gallura", in quanto nacque – sembra nel 1827 – sordo e incapace di parlare, una particolarità che contribuì a costruire attorno a lui un’aura di mistero e fama “nera”.

Figlio di pastori, venne alla luce nel territorio di Aggius e sin da piccolo venne deriso per la sua condizione. 

Secondo quanto si tramanda decise di darsi al banditismo e di vivere alla macchia dopo l’uccisione, nel corso di una faida tra la sua e altre famiglie, della madre di suo cugino Pietro Vasa, forse l’unico amico che ebbe nella sua vita. Deciso a vendicarla, Bastianu divenne uno spietato assassino e iniziò al contempo a razziare e seminare terrore in tutta la Gallura.

Nel corso dei suoi anni di latitanza ebbe anche modo di innamorarsi, dopo aver conosciuto Gavina, figlia di un pastore di nome Anton Stefano. Un amore che però non poté essere corrisposto: la ragazza era infatti già promessa in sposa a un suo cugino.

Il “Muto di Gallura” continuò così la vita di criminale e ricercato, fino a che di lui non si seppe più nulla. Era il 1858 e la sua fine rimase sempre avvolta nella nebbia, alimentando una miriade di racconti e leggende. 

Dal punto di vista storico sembra però che il Muto venne ucciso nei pressi di Trinità d’Agultu da un suo rivale, di nome Macciaredda, latitante come lui. 

Nel 2021 la storia di Tansu è stata raccontata in un film, intitolato proprio “Il Muto di Gallura”, per la regia di Matteo Fresi. 

(Unioneonline/l.f.)

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