Un tesoro prezioso che si può cogliere solo in fondo al mare.

Stiamo parlando del Corallium Rubrum, il corallo rosso che popola i fondali della costa di Alghero, che proprio per essere “custode” di un tale gioiello è nota in Italia e nel mondo come la “Riviera del Corallo”. 

La raccolta del corallo nel mare di Alghero – regolata da rigide norme - affonda le sue radici nei tempi antichi. E “l’oro rosso”, come viene spesso definito, si lega anche a miti e leggende.

In particolare, venne associato da Ovidio, nelle "Metamorfosi”, a Medusa, la terribile gorgone che aveva serpenti al posto dei capelli e che era in grado di pietrificare con lo sguardo. 

Secondo la leggenda, quando l’eroe Perseo riuscì ad uccidere il mostro, decapitandolo, ne ripose la testa in un sacco, coprendola con alghe e giunchi marini.

Questi ultimi, a contatto col sangue di Medusa si pietrificarono e, ramificandosi, si colorarono di rosso, diventando simili a coralli. E “anche adesso – dice Ovidio - la natura dei coralli conserva questa caratteristica cioè di acquistare rigidità al contatto con l’aria”.

Ed è per questo che il corallo rosso, ancora oggi, viene detto anche “gorgonia” oppure “pietra del sangue”.

(Unioneonline/l.f.)

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