Antiche usanze del Capodanno in Sardegna: le conosci tutte?
Filastrocche, questue, pani e dolci tipici: sono tanti i riti che caratterizzano gli ultimi giorni di dicembrePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Tra le tantissime usanze popolari sarde che scandiscono il calendario non mancano quelle tipiche del periodo di Capodanno.
Ecco una serie di curiosità e usanze popolari che forse hai dimenticato:
Il Capodanno sardo si celebrava a settembre – Proprio così, un tempo il Capodanno nell’Isola non si celebrava a gennaio bensì a settembre. Un’usanza che si riflette anche nella parola “cabudanni”, che in lingua sarda indica appunto settembre. A sua volta “cabudanni” deriva dal latino Caput Anni, ovvero “inizio dell’anno”. Il capodanno a settembre nasce dal calendario bizantino, che a differenza di quello gregoriano ricalcava quello giuliano in quasi tutto tranne che per l’inizio dell’anno. Dal 462 d.C. – quando appunto la Sardegna era dominata dai bizantini - si stabilì che l’inizio dell’anno doveva essere a settembre e così fu fino al XVI secolo.
Le filastrocche di Capodanno – Una delle usanze tipiche del Capodanno in Sardegna è quella delle filastrocche benauguranti, che venivano recitate dai bimbi, ma anche dai più grandi, nella notte di San Silvestro. Ma esistono anche formule tradizionali tramandante nel tempo. Come l’augurio “A sa noa!” (“Ci vediamo nel nuovo anno!”) a cui si risponde “Deus bollat!” (Che Dio lo voglia!”)
Su candelarzu e sa candelaria – Altre usanze tipiche degli ultimi giorni di dicembre in Sardegna sono su candelarzu e sa candelaria, molto simili tra loro e che restano vive ormai solo in pochi paesi, come Orgosolo e Benetutti, dove in occasione del Capodanno i bimbi bussano alle porte delle case per ricevere in dono dolci e altre prelibatezze.
Su giogu 'e sos olzoso – Si tratta di un gioco tipico della notte di San Silvestro per chiedere alla sorte se due persone si vogliono bene o meno. Per giocare occorre prendere una bacinella piena d’acqua, creare un mulinello al centro con un dito e gettarvi poi dentro due chicchi d’orzo, dopo aver dato loro il nome delle due persone oggetto della… profezia. Se quando l’acqua si ferma i chicchi sono vicini allora tra le due persone è pronto a sbocciare l’affetto. Se, al contrario, i chicchi sono lontani allora i cuori delle due persone sono destinati a restare distanti.
I pani del Capodanno: su cocone, sa tunda, su cabude, sa rughitta – Capodanno in Sardegna è anche tradizione culinaria. A farla da padrone è il pane, preparato in modi diversi. C’è su cocone (con lo zafferano); sa tunda (una pagnotta tonda); su cabude (una focaccia dolce); e sa rughitta (a forma di croce).
Su trigu cottu – Un’altra specialità tipica del Capodanno in Sardegna è su trigu cottu, ovvero il grano cotto con la sapa. Anche in questo caso lo si prepara a scopo benaugurale, per iniziare nel migliore dei modi il nuovo anno.
(Unioneonline)