"Siamo un grande Paese, abbiamo dato una lezione di orgoglio".

Matteo Salvini, camicia bianca e maniche arrotolate, "un po' stanco ma pimpante" non può che apparire soddisfatto per i risultati raccolti in Italia nel voto europeo. Le operazioni di scrutinio si stanno chiudendo in queste ore, ma ormai i numeri sono definiti e schiaccianti.

La Lega, confermando quelli che finora erano "solo" sondaggi, viene legittimata anche dal voto popolare e incoronata primo partito in Italia. Il Carroccio raddoppia la percentuale ottenuta alle politiche del 2018 e dal 17 schizza al 34%.

"L'emozione è grande, la soddisfazione è grande, la responsabilità è grande. Ho ricevuto tantissimi messaggi e telefonate dai vertici del mondo dell'impresa, dell'industria, della cultura, dello sport che mi dicono 'adesso tocca a voi'".

All'ombra del successo lo schianto del Movimento 5 Stelle, che al contrario della Lega ha quasi dimezzato i voti del 4 marzo: dal 32% è piombato al 17. "La nostra gente si è astenuta", ha commentato mestamente Luigi Di Maio, riferendosi al "suo" Sud, dove ha generalmente vinto ma con un'astensione che ha toccato i minimi (36% in Sardegna, 37% in Sicilia).

E mentre in tanti si chiedono se il governo reggerà davanti a questi numeri, per Salvini non c'è nessuna incognita: "Ho sentito il presidente del Consiglio - ha detto -. Ribadisco che la lealtà della Lega al contratto e al governo non è mai stata in discussione".

Per il Pd è una vera boccata d'ossigeno. Dopo il tonfo delle politiche i democratici recuperano terreno, mettono la freccia a sinistra e sorpassano il carrozzone dei 5 Stelle, con il 22%.

Male ma non malissimo per Forza Italia, che resta sotto la cosiddetta "soglia psicologica" del 10% e si ferma a quota 8,76. Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia ottiene il risultato sperato, o almeno il punto di partenza sperato. Con il 6,4% (+2 rispetto alle politiche) è il secondo partito di centrodestra in molte regioni: "Balza agli occhi che c'è un'alternativa possibile - commenta la Meloni - Fratelli d'Italia e la Lega rappresentano l'alternativa e ora spetterà a ciascuno degli attori in campo se dare seguito alle indicazioni degli italiani".

LA PROIEZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO - Secondo l'ultima proiezione resa nota dall'Europarlamento e costruita con i dati di tutti i 28 Stati membri dell'Ue, i popolari del Ppe sono primi con 182 seggi (da 217 nell'ottava legislatura).

Seguono i socialisti dell'S&D con 147 (da 187), i liberali dell'Alde con 109 (rispetto a 68), i Verdi con 69 (da 52), i conservatori dell'Ecr con 59 (da 76), la destra dell'Enf con 58 (da 37), l'Efdd con 54 (da 41) e la Gue/Ngl con 38 (in calo da 52), più 6 non iscritti e 29 non affiliati ad alcun gruppo.

Il Ppe con i socialisti e i liberali avrebbe una maggioranza di 438 seggi su 751. Se si dovessero unire anche i Verdi, la maggioranza salirebbe a 506.

(Unioneonline/D)

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